Due ettari del parco Ninni Cassarà, a Palermo, sono ancora in mano ai privati. A 22 anni dall’inizio delle procedure di esproprio, appartengono ancora alla famiglia Macchiarella. Lo ha disposto il Tar di Palermo che ha accolto il ricorso presentato dai figli, nipoti e vari eredi che, assistiti dall’avvocato Salvatore Raimondi, hanno presentato ricorso contro la procedura di espropriazione e la valutazione fatta allora del valore del terreno da parte dell’amministrazione comunale.
I giudici della prima sezione presieduta da Federica Cabrini, (Aurora Lento estensore e Maria Cappellano referendario) hanno posto le basi per un maxi risarcimento a distanza di oltre 20 anni. Il procedimento, come disposto dai giudici del Tar, è stato viziato visto che “alla dichiarazione di pubblica utilità non ha fatto seguito l’adozione di un tempestivo decreto di esproprio – si legge nella sentenza – l’amministrazione ha l’obbligo giuridico di far venir meno l’occupazione “sine titulo” e di adeguare la situazione di fatto a quella di diritto, restituendo l’immobile al legittimo titolare dopo aver demolito quanto realizzato. La realizzazione di un intervento pubblico su un fondo illegittimamente occupato non costituisce il trasferimento della proprietà”.