Matteo Renzi ospite nella puntata della domenica di Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio spazia su i diversi temi che in questi primi giorni di governo stanno tenendo occupato l’esecutivo. Il premier taglia corto sulle polemiche in merito a chi beneficerà del taglio delle tasse annunciato per mercoledì. Per il presidente del Consiglio, però è già chiaro che il taglio delle tasse dovrà essere fatto in favore delle famiglia, esprimendo anche la sua convinzione che sia necessario aumentare il denaro disponibile per le famiglie al fine di far ripartire l’economia.
“Oggi la priorità è garantire la competitività – spiega il premier – del sistema paese e dire alle famiglie che guadagnano poco: se riesco a darti qualche decina di euro in più al mese quei soldi lì non finiscono nel risparmio, quei cento euro vengono rimessi in circuito. In questo scenario – continua Matteo Renzi – non dobbiamo pensare a un derby tra Confindustria e Cgil, perché se cominciamo così allora possiamo chiedere loro: cosa hanno fatto fino ad oggi?”.
“Noi ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati. Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese – spiega Renzi – Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto – continua il premier- parlarne oggi, ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si siano aumentare le tasse, e ora che si stanno abbassando siano iniziate le polemiche ‘le abbassi agli altri e non a me'”.
Renzi attacca a muso duro i sindacati e i loro conti interni: “Quando chiediamo a tutti di fare dei sacrifici – spiega – lo diciamo anche ai sindacati che devono mettere on line le loro spese, la musica deva cambiare per tutti”. E sul possibile scontro con i sindacati Renzi spiega che “ce ne faremo una ragione”.
“La legge elettorale è a un passo dal traguardo – spiega il primo ministro – Domani si finisce. Al massimo martedì mattina”, spiegando ancora che la riforma è buona per il fatto che porta “ballottaggio e impedisce larghe intese e giochini da prima Repubblica, e riduce il potere dei partitini, un male di cui come centrosinistra abbiamo sofferto tanto”. E sulla parità di genere il premier spiega di averla già ottenuta in consiglio comunale a Firenze e nella segreteria del Pd, lo stesso al Governo, ma “Non credo che la parità vera si possa ottenere per legge – continua – Il tema della parità tra donne e uomini non si affronta solo con una legge sulle poltrone”. E ancora sulla parità il premier aggiunge: ” La parità vera è quando non ci sarà più una ragazza che firma una lettera in bianco di dimissioni quando rimane incinta, quando ci sarà un salario uguale tra uomini e donne, quando ci saranno più asili nido”.
Dopo alcune domande sulla scuola, alla quale Renzi promette di mettere ” 10 miliardi di euro in tre anni per mettere in piedi le scuole. Ho chiesto una mano a Renzo Piano perchè in questo ci sia un suo contributo in questo progetto di rammendo. Lo vedo giovedì. La priorità per l’Italia è ripartire dalle scuole”.