Continuano le ricerche dell’aereo malese disperso da sabato scorso tra il Vietnam e la Thailandia. Le autorità continuano a seguire l’ipotesi che vedrebbe il velivolo esploso in volo, solo che al momento non si sono trovate tracce del relitto.
Le autorità dell’aviazione civile malese nella conferenza stampa odierna hanno confermato di non aver ottenuto risultati dalle ultime ricerche. Che continuano senza sosta, impegnando un’ottantina di mezzi tra aerei e navi. Nelle ultime ore si era ipotizzato che alcune chiazze di carburante in mare potessero essere dell’aereo, notizia presto smentita in quanto sarebbe appartenuto ad alcune imbarcazioni. Si continua a battere la pista del terrorismo. Il capo del dipartimento dell’aviazione civile malese, Azharuddin Abdul Rahman, ha confermato la presenza a bordo di due persone sospette che, secondo quanto dichiarato in conferenza, “somigliavano a Mario Balotelli”.
Un paragone estemporaneo che ha lasciato un attimo di stucco i giornalisti presenti in sala. Le autorità malesi hanno ribadito che i due passeggeri sospetti non erano di etnia asiatica e che hanno utilizzato due passaporti rubati in Thailandia per salire a bordo. Inoltre i due avrebbero comprato biglietti per un viaggio di sola andata. Uno di loro sarebbe stato identificato grazie al sistema di videosorveglianza, in base alle informazioni rivelate dal capo della polizia locale. Non si tratta di un cittadino malese ma Khalid Abu Bakar ha mantenuto il massimo riserbo sulla nazionalità dell’uomo.
A bordo del velivolo vi erano 239 persone, 227 passeggeri in maggioranza cinesi e 12 membri dell’equipaggio. L’ultima segnalazione in ordine di tempo è quella del comandante di un aereo raccolta dall’aeroporto di Hong Kong che ha segnalato la presenza di possibili detriti a 50 miglia nautiche dalla costa del Vietnam, nel mar Cinese meridionale. A sessanta ore dall’ultimo segnale lanciato dal velivolo si continua a cercare senza sosta.
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