Quando la satira diventa al tempo stesso cronaca e storia vuol dire che è un’opera d’arte. Prendete Edoardo Bennato, famoso cantautore napoletano: attingo a piene mani dalla sua produzione musicale. Ricordate la visita di mercoledì scorso del premier Renzi in una scuola siciliana? I bambini ad aspettarlo, tutti in piedi a battere le mani e a cantare prima la canzoncina per Renzi e poi l’inno nazionale, Beppe Grillo (voto 5) che parla di scene da fascismo e paragona Renzi a Mussolini (voto 3), Renzi che manda Grillo a quel paese….
Leggete cosa scriveva Bennato esattamente 40 anni fa (1974) nella celebre canzone “In fila per tre”: “Presto vieni qui, ma su non fare così, ma non li vedi quanti altri bambini / che sono tutti come te, che stanno in fila per tre / che sono bravi e che non piangono mai….. Vi insegnerò la morale, a recitar le preghiere, ad amar la patria e la bandiera / noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori e discendiamo dagli antichi romani …. perciò smettetela di protestare e non fate rumore quando arriva il direttore / tutti in piedi e battete le mani”.
Non sembra scritta ieri? È il segnale – brutto – che in quarant’anni e forse più non è cambiato niente, solo gli uomini al comando ma non il risultato finale. Volete la prova del nove? Renzi annuncia che mercoledì prossimo presenterà il suo JobsAct, una sorta di riforma del lavoro. Auguri a Renzi, che ne ha bisogno, ma a me ritorna in mente – purtroppo – la strofa finale della stessa canzone. “A qualche cosa devi pur rinunciare, in cambio di tutta la libertà che ti abbiamo fatto avere / perciò adesso non recriminare, mettiti in fila e torna a lavorare / e se proprio non trovi niente da fare non fare la vittima se ti devi sacrificare / perchè in nome del progresso della nazione, in fondo in fondo puoi sempre emigrare”.
Edoardo Bennato, voto 10 e lode. Renzi non giudicabile (almeno per ora).
Giudicabili, invece, (e dunque voto 3) quelli che hanno deciso le candidature al Nobel della Pace. Prima ho pensato a un errore di stampa, poi a un brutale scherzo di Si24, poi ho capito che era vero: per il Nobel concorrono 278 nomi tra cui papa Francesco e il premier russo Vladimir Putin (per la pace?). Con tutto l’affetto, mi sembra un accostamento offensivo: dove le hanno pensate le candidature, allo Ior?
Torniamo alla politica per fare il punto sul campionato italiano delle spese pazze. Una premessa è doverosa e cioè le scuse alla classe politica siciliana che – secondo uno stereotipo che ormai non regge più – viene sempre criminalizzata sui giornali per ogni bazzecola. E difatti dopo le inchieste su Lombardia e Campania (e non dimenticate il Lazio), la borsa firmata Louis Vuitton della deputata trapanese Giulia Adamo passa seconda in classifica: balzano in testa i 90 provoloni di marca Auricchio rimborsati a Giovanni Rossoni (con oltre 3 mila euro pubblici). La domanda è lecita, cos’ha: una salumeria? Il sushi di Elisabetta Fatuzzo (anche lei Pdl), con tutto il rispetto, non arriva neanche sul podio. Ma aspettiamo gli sviluppi della Campania, lo scudetto potrebbe cambiare maglia. Voto 2 a tutti.
A proposito: Tex Willer, uno dei must della storia del fumetto, da giovedì scorso è in edicola insieme a Repubblica. Astenersi gruppi parlamentari.
In settimana ha destato scalpore il video di alcuni ragazzi palermitani che volevano documentare un fenomeno atmosferico davvero curioso: pioveva solo su un “fazzoletto” di strada. Quella che sembrava la rappresentazione più classica della nuvola di Fantozzi (voto 7) aveva lasciato perplessi gli esperti perché era troppo piccola. Poi Si24 ha fatto chiarezza. I ragazzi – in buona fede – non avevano capito … un tubo.
Prima di chiudere segnaliamo il caso del vigile milanese di 40 anni (voto 3) che prima appioppa una multa a una donna, poi la insegue e le mostra il dito medio. Sono davvero curioso di leggere la memoria difensiva che verrà preparata dal suo avvocato difensore.
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