Sulla scomparsa del Boeing 777-2 con 239 persone a bordo, partito ieri da Kuala Lumpur diretto a Pechino, ci sarebbe l’ombra del terrorismo. Al centro delle indagini condotte dalle autorità malesi i passeggeri che hanno usato i passaporti rubati all’italiano Luigi Maraldi, che ne aveva denunciato il furto in Thailandia e in Italia nell’agosto del 2013, e ad un cittadino austriaco, anch’esso vittima del furto del documento diversi anni prima. L’italiano dapprima era stato dato sul volo, ma poi aveva smentito con una telefonata alla madre.
Proseguono intanto le ricerche dell’aereo e dei dispersi: gli Usa hanno inviato un cacciatorpediniere nel mare a sud del Vietnam. L’aereo si sarebbe inabissato, secondo quanto riferisce la Marina dello Stato asiatico, in una porzione di mare tra il Golfo della Thailandia e il Mar Cinese, nei pressi dell’isola vietnamita di Tho Chu, in acque territoriali Malesi.
Altro elemento forte a suffragio della pista del terrorismo, la grande esperienza del pilota. Secondo la compagnia aerea, infatti, il 53enne aveva oltre 18mila ore di volo alle spalle, affiancato da un primo ufficiale di bordo di 27 anni. A bordo dell’aereo si trovavano passeggeri di 14 differenti nazionalità e 5 bambini.