“Io sono molto disordinato”. Andrea Bajani, scrittore romano da innumerevoli premi e dal talento indiscusso, è un uomo affascinante e tremendamente fuori posto. Ha la barba incolta, la camicia stropicciata, ha abbandonato la giacca e il maglione sopra un tavolo della libreria Modusvivendi di Palermo, dove sta per presentare il suo ultimo libro, l’antologia “La vita non è in ordine alfabetico”. E’ lì che lo incontriamo e scopriamo che fa fatica a mettere ordine, che odia i traslochi ma ne fa di continuo e che da’ sempre del tu, a tutti.
Questi elementi aiutano a comprendere l’ultima raccolta di Bajani: 38 racconti, divisi in base all’ordine alfabetico dei titoli e originale voce narrante in seconda persona singolare.
-Si comincia con la A di “amore” per finire con la Z di “zoo”. E allora perchè questo titolo?
-AB: “Intanto per fare un omaggio ad Antonio Tabucchi (la frase è tratta dal romanzo “ Tristano muore” nda) e poi perchè in me c’era una volontà precisa di sabotare il contenuto del libro. Mi spiego meglio: questa raccolta è nata durante il mio ennesimo trasloco, mentre tentavo di mettere tutta la mia vita dentro delle scatole. In queste occasioni cerchi sempre di organizzare ogni cosa, di metterla al suo posto, di razionalizzare. Ma poi scopri che molti oggetti restano fuori e che a quel punto non puoi fare a meno di creare la scatola su cui scriverai ‘boh’ o ‘varie’. Ecco, il mio libro contiene tutti questi elementi che sfuggono all’organizzazione e gli ho fatto il torto di metterli in ordine alfabetico”.
In pochi scrivono romanzi o racconti usando il “tu”. La seconda persona singolare si ritrova nelle poesie o nelle preghiere di solito. Ma lo scrittore romano, come il suo maestro, amico e mentore Antonio Tabucchi , non può fare a meno di usarlo
-Perché questa scelta?
-AB: “Voglio a tutti i costi creare un legame fra il lettore e la storia, fra chi sta leggendo e il protagonista del racconto. Voglio creare un effetto sorpresa, voglio creare un’emozione diversa”.
-Ed effettivamente riesci a sconvolgere, instillando stupore, amarezza, sorpresa e disagio.
-AB: “Ogni racconto non è altro che un esercizio di attenzione. Ho tentato di narrare quei momenti in cui in un secondo tutto cambia, qualcosa scoppia, tutto si trasforma”.
Il libro è la descrizione di un cerchio, il cerchio della vita: dalla nascita alla morte. Il rapporto tra genitori e figli e i rapporti quotidiani fra marito e moglie. Racconta, ancora, la vita di tutti i giorni evidenziando gli sconvolgimenti che portano con sé eventi in apparenza banali. La carica esplosiva di un giorno qualunque, l’effetto raccapricciante della nascita di un dubbio, le conseguenze devastanti delle scelte. Con l’espediente del primo giorno di scuole e del maestro che mostra per la prima volta le lettere ai bambini, Bajani ci mette in guardia: con le parole non si scherza, con 21 lettere si crea e si distrugge ogni cosa.