La sanità siciliana è in ebollizione. Tutti i responsabili delle società scientifiche siciliane sono a confronto con l’assessore regionale per la Salute Lucia Borsellino. Un incontro richiesto da tempo per denunciare le numerose carenze che rendono impossibile l’erogazione di servizi sanitari al cittadino secondo quanto previsto dalla legge di riforma approvata nel 2009.
Un atto di accusa durissimo, contenuto in un documento stilato il mese scorso dopo una riunione che si è svolta a Catania da parte del gruppo interdisciplinare delle professioni sanitarie, che raggruppa i responsabili regionali delle principali Società Scientifiche per predisporre un documento sulla grave situazione sanitaria della Sicilia. Una preoccupazione accentuata dalla volontà del governo regionale di “cambiare rotta” su alcuni punti come la rete ospedaliera e i punti nascita.
Nel documento viene lamentata la mancata applicazione del piano sanitario e si sottolinea “l’assenza di manager da due anni, l’assenza di comunicazione e coinvolgimento della dirigenza medica con l’assessorato e il governo, l’assente programmazione sanitaria territoriale e ospedaliera in relazione a volumi e complessità, l’assenza di una reale strategia volta a ridurre il rischio clinico e la medicina difensiva in presenza di una incerta copertura assicurativa degli operatori sanitari carenti servizi sanitari territoriali che determinano il sovraffollamento degli ospedali carenti dotazioni organiche in relazione alle reali esigenze di salute del bacino d’utenza, ai volumi ed alla complessità delle attività”.
Problemi, secondo le società scientifiche, che comportano gravi ricadute sui livelli di sicurezza per la tutela della salute e della vita dei cittadini siciliani e per la sicurezza dei professionisti.
Nella riunione di oggi con l’assessore, le società scientifiche chiedono “di ristabilire le regole del sistema per la sicurezza e la qualità nella sanità regionale attraverso la revisione e lo sviluppo di una rete ospedaliera basata sui livelli di assistenza per singola area specialistica e la determinazione dei centri di alta specializzazione; la verifica e l’adeguamento degli standard tecnologici in linea con l’innovazione, i volumi e la complessità delle attività; la revisione e lo sviluppo della rete territoriale di assistenza pienamente integrata e collegata con la rete ospedaliera; la revisione e la rideterminazione dell’area per l’emergenza e dei posti letto per acuti; la verifica e l’adeguamento degli standard degli organici degli operatori sanitari medici e del comparto; il ripristino immediato della guardia attiva medica H24 in tutte le aree critiche (anestesisti, ginecologi, neonatologi, chirurghi, medici di medicina d’urgenza) correlata ai volumi di attività, il ripristino immediato degli standard di infermieri e ostetriche per la sicurezza delle sale operatorie e delle sale parti e delle degenze e la certezza sulla tutela assicurativa dei professionisti.
Il documento è firmato da Emanuele Scarpuzza (presidente regionale Aaroi); Diego Piazza (vice presidente nazionale Acoi); Domenico Russello (consigliere nazionale Sic); Giuseppe Ettore (segretario regionale Aogoi); Paolo Scollo (presidente nazionale Sigo); Caterina Trischitta (presidente regionale Fadoi); Giuseppe Canzone (segretario regionale Fesmed); Clara Virgilio (consigliere nazionale Sied); Marcello Vitaliti (presidente regionale Sin); Gianfranco Longo (consigliere nazionale Siot); Ernesto Mossuti (presidente regionale Anmco); Salvatore D’Amanti (segretario regionale Agite); Clemente Giuffrida (presidente regionale Simeu); Giovanni Corsello (presidente nazionale Sip); Carmelo Privitera (consigliere nazionale Sirm); Teresio Avitabile (segretario nazionale Soi); Antonello Rapisarda (presidente regionale Soi).
Leggi anche: