Cesare Prandelli dice basta. Stop alle polemiche di questi giorni sulle convocazioni, sul codice etico, su Chiellini e De Rossi, e su tutto quanto sta attorno alla Nazionale. È questo in sintesi il succo del discorso del commissario tecnico azzurro alla vigilia dell’amichevole di lusso con la Spagna.
“Le polemiche di questi giorni mi hanno svuotato – ha detto il selezionatore azzurro – . Sarebbe meglio che le energie spese in queste diatribe venissero messe sul campo e indirizzate al progetto Mondiali che stiamo coltivando”. Il ct ha aggiunto, con un velo di rassegnazione, che “una volta iniziato il Mondiale saremo tutti tifosi dell’Italia e le bandiere ricominceranno a sventolare”: Quasi a sottolineare un’abitudine ormai radicata nel calcio italiano: quella di far partire le spedizioni azzurre alle grandi manifestazioni con un corollario di polemiche e presagi di sventura.
Prandelli ha anche lasciato intendere che il suo futuro è tutto da scrivere: “Non abbiamo ancora preso decisioni – ha svelato il ct -. C’è un discorso ancora aperto con la Federazione, ma decideremo più avanti”. Per la partita di domani il commissario tecnico chiede “grande concentrazione ai ragazzi. Sono partite che ci possono far crescere come gruppo e sotto il profilo della personalità. Loro sono i campioni del Mondo e d’Europa in carica, ma noi dobbiamo dimostrare di potercela giocare”.
Tra i convocati c’è anche un oriundo, Gabriel Paletta, nato in Argentina ma con doppio passaporto e pronto a dare il suo contributo in Nazionale. Insieme a lui Thiago Motta, da tempo nel giro azzurro. Così come la Spagna ha i “brasiliani” Diego Costa e Thiago Alcantara: “Paletta e Motta sono i nuovi italiani – ha detto Prandelli -, così come Costa e Alcantara sono i nuovi spagnoli. È giusto che ci sia posto anche per loro in Nazionale”. Piuttosto per il ct “è preoccupante il dato degli italiani scesi in campo nell’ultimo turno di campionato: sono solo il 38 per cento del totale dei giocatori schierati”.