La Juventus dimostra una volta di più di essere una grande squadra tornando da San Siro con il bottino pieno nonostante una partita di grande sofferenza per gran parte dei novanta minuti. I bianconeri subiscono il Milan per larghi tratti ma riescono a non subire gol e metterne a segno due per il 2-0 finale.
Llorente e Tevez firmano la vittoria dei campioni d’Italia ma il grande protagonista del match è l’argentino. Bravo a lanciare Lichtsteiner in uno spazio strettissimo in occasione del primo gol e autore di una rete da antologia nel secondo.
Il Milan esce dal suo stadio con l’onore delle armi. I rossoneri conducono la gara dal primo minuto fin quasi al novantesimo. L’unico neo sono le tante occasioni create e non finalizzate. Nel primo tempo si vedono solo i rossoneri. Una squadra compatta, veloce, abile a scambiare nello stretto e add arrivare in porta con tre-quattro tocchi. La Juve sembra frastornata dalla mole di gioco creata dai rossoneri.
Le chance non si contano. Ci provano Taarabt, Poli, Pazzini, ma soprattutto è Kakà nei primi 45 minuti a sciupare due occasioni d’oro, una dietro l’altra. Trovato a centro area da Taarabt prima tira debolmente addosso a Buffon e sulla sua respinta trova l’angolino basso dove Bonucci si era ormai piazzato per respingere il tiro del brasiliano.
Il trequartista ci riproverà ancora più avanti ma Buffon si opporrà da gran portiere qual è. E proprio nel momento migliore del Milan, da grande squadra qual è la Juve colpisce. Errore di Rami su un lancio lungo, il difensore colpisce di testa all’indietro mettendo fuori tempo Abbiati. Marchisio conquista il pallone in area, lo gira per Tevez che con un tocco manda Lichtsteiner sul fondo. Il cross basso per Llorente è un invito ad appoggiare il pallone in una porta ormai spalancata. Il minuto è il numero 44.
San Siro di parte rossonera ammutolisce ma si rianima nella ripres quando il Milan rientra in campo con l’intenzione di continuare a macinare gioco. Arrivano altre occasioni, la più importante delle quali vede Poli mandare la palla di pochissimo a lato con un colpo di spalla. In questo frangente il centrocampista si scontra con caceres e ha la peggio. Costretto a uscire e a far posto a Saponara.
La Juve cresce con il calare del Milan. Pirlo trova più spazio grazie all’assenza di Poli che gli toglieva ossigeno. Gli stessi centrocampisti interni crescono, spostando il baricentro più avanti. Ma la magia decisiva la trova Carlitos Tevez al 67′. Prende un pallone sula trequarti, all’altezza dei 30 metri. Si accentra, avanza di un paio di metri e lascia partire un missile terra-aria che bacia la traversa e si insacca alle spalle di Abbiati. L’applauso di San Siro è il giusto tributo a un campione decisivo. Come assistman e goleador.
A quel punto il sipario si abbassa, anche se di minuti ne mancano 23. Il Milan subisce il contraccolpo psicologico. Seedorf manda in campo Honda al posto di Montolivo spostando il baricentro della sua squadra ancora più avanti, quasi spaccandola in due. Conte si accontenta. Sa che per come è nata questa partita lo 0-2 è più che sufficiente.
Pogba trova anche un palo all’87’. Ma sarebbe stato troppo per un Milan bello e sfortunato. E la traversa di Robinho, entrato nel finale, al 93′ sta lì a dimostrarlo. I punti di vantaggio dei bianconeri sulla Roma diventano 11, con una partita in più. Ma a questa Juve, forte e fortunata, sarà difficilissimo sfilare lo scudetto dal petto. Seedorf da questa partita ne ricava la consapevolezza di avere dato nuova vita a un gruppo di giocatori quasi allo sbando.