Sulle finanze precarie dei Comuni siciliani grava anche il peso dei consulenti esterni. Un esercito di esperti nelle materie più svariate è stato reclutato nonostante le norme che limitano il ricorso alla “esternalizzazione” di compiti e servizi, ha detto nella sua relazione il presidente della Corte dei conti per la Sicilia, Luciana Savagnone. In questi anni, ha segnalato la presidente, “amministratori e dirigenti hanno continuato a sperperare le pubbliche risorse attraverso il ricorso, senza che vi fossero i presupposti previsti dalle leggi in materia e senza alcuna giustificazione di raggiungimento di fini istituzionali, a professionalità esterne all’amministrazione”.
In molti casi l’ingiustificato ricorso ai consulenti ha provocato la condanna per danno erariale di sindaci, presidenti di province, amministratori di enti pubblici regionali. Il caso più eclatante riguarda il sindaco di Campobello di Mazara (Trapani), Ciro Caravà, che era stato arrestato per presunte collusioni con Cosa nostra. Il Comune era stato anche sciolto per infiltrazioni mafiose. Caravà è stato poi assolto definitivamente per l’accusa di mafia ma è stato condannato dalla Corte dei Conti a un maxi risarcimento di oltre 410 mila euro per la nomina di un numero esorbitante di consulenti.
Leggi anche: