La Russia a un soffio dalla guerra con l’Ucraina per la Crimea. Vladimir Putin, informa il Cremlino, ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione all’uso della forza in Ucraina da parte del al Consiglio della Federazione. Il sì all’intervento armato è stato votato all’unanimità. “Alla luce della situazione straordinaria in essere in Ucraina e la minaccia alla vita di cittadini russi…sottopongo al Consiglio della Federazione la richiesta per usare le forze armate della Federazione russa sul territorio ucraino fino a quando la situazione nel Paese non si sara’ stabilizzata”, recita il testo inviato alla Camera Alta.
Dopo la minaccia di venerdì sera, con i 2.000 militari russi che hanno varcato il confine ucraino per entrare in Crimea, arriva un altro grido d’allarme dal governo provvisorio – e filo-europeista – di Kiev. “Altri 6.000 soldati russi avrebbero raggiunto la piccola repubblica autonomista” ha comunicato il ministro della difesa Ihor Tenyukhe. Massima allerta, dunque, per le forze armate ucraine e tensione che sale sempre di più. L’ex repubblica sovietica, infatti, non ha nessuna intenzione di cedere alle provocazioni e alle pressioni russe che potrebbero portare alla secessione dello staterello del Sud.
“Inaccettabile” è stato il commento del leader del partito di Yulia Timoshenko, Arseny Yatseniuk. Di diverso avviso, invece il neo autoproclamato premier della Crimea, Serghei Aksyonov, che, anzi, ha chiesto aiuto a Mosca. Anticipato anche il referendum che chiamerà la popolazione ucraina ad esprimersi sullo status della Crimea. Avrebbe dovuto svolgersi il 25 maggio, sarà il 30 di marzo.
A monitorare il polso della situazione ci sono anche gli Stati Uniti, che hanno lanciato un vero e proprio monito all’indirizzo del Cremlino, specificando che un intervento armato russo “avrebbe un suo costo”. Il premier in pectore, Oleksandr Turchinov, invece, è fermamente convinto della pericolosità delle azioni del governo russo e sta ben attento a non cedere alla tentazione di entrare in conflitto con gli uomini di Putin, accusati di stare portando avanti una sorta di “aggressione dissimulata”. Mosca intanto nega il coinvolgimento dei propri militari nelle azioni di querra degli ultimi giorni, di non entrarci, in pratica, nulla, con l’occupazione degli areoporti e del parlamento della Crimea.
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