Tra Kiev e Mosca la tensione è alle stelle: la Crimea diventa ancora una volta terra di guerra per l’Est Europa. Secondo fonti ufficiali ucraine “duemila soldati russi hanno effettuato un’invasione armata della Crimea”. La repubblica autonoma dell’Ucraina sembra di nuovo una polveriera pronta a scoppiare. Ad aumentare la tensione ci pensa il presidente ucraino ad interim Oleksander Turchinov che si appella a Vladimir Putin per “porre fine alle provocazioni” e “far cessare l’aggressione non dissimulata” a cui l’esercito ucraino non sta rispondendo. Eppure da Mosca la risposta è glaciale: nessuna conferma delle accuse mosse dall’Ucraina.
Il timore che possa scoppiare un vero conflitto è cresciuto piano piano da quando nella mattine le milizie filo-russe autonomamente formatesi nei giorni scorsi nella penisola hanno occupato i due aeroporti di Simferopoli e Belbek, poi liberati. Nel pomeriggio Kiev ha lanciato l’allarme: secondo Turchinov alcuni caccia militari russi hanno invaso lo spazio aereo della nazione.
Il termometro della situazione è salito quando il Foreign Office britannico ha invitato i cittadini britannici ad allontanarsi dalla Crimea e ad evitare i viaggi nella penisola, con tanto di avviso sul sito del ministero che consiglia di evitare l’aeroporto di Simferopol, a Sebastopoli, dove i voli al momento sarebbero bloccati. Il consiglio di sicurezza dell’Onu intanto si è riunito per parlare di quella che è ormai una crisi aperta tra Ucraina e Russia.