Il responsabile del Consiglio di Sicurezza e di Difesa di Kiev, Andriy Parubiy, ha reso noto che le autorità ucraine hanno ripreso il controllo dei due aeroporti della Crimea occupati in precedenza da delle milizie filo-russe, sostenendo: “Si è verificato un tentativo di impadronirsi degli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, ma si trovano ora di nuovo sotto il controllo delle forze di sicurezza ucraine”.
Durante la notte infatti, alcuni soldati con delle insegne nere avevano iniziato a pattugliare l’ingresso dello scalo di Simferopoli e un portavoce del piccolo gruppo aveva spiegato: “Siamo tutti dei volontari, siamo qui per impedire l’atterraggio di fascisti o radicali provenienti dall’ovest dell’Ucraina”.
La Flotta russa del Mar Nero, in seguito alle accuse del ministro dell’interno ucraino, Arsen Avakov, aveva negato qualsiasi coinvolgimento di un’unità nell’occupazione, nel blocco o nella presa dell’aeroporto militare di Belbek.
L’Ucraina ha chiesto la convocazione del consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Crimea e invoca il “monitoraggio” della situazione da parte delle Nazioni Unite e dei “Paesi garanti”, in particolare Usa e Gran Bretagna, chiamati a reagire con concrete “misure” in caso di violazione della sua sovranità.
Nel frattempo a Kiev la Rada ha votato Arseni Iazeniuk capo del nuovo esecutivo. Un uomo del partito di Ylia Tymoshenko, che sembra ormai fermamente convinta a candidarsi alle elezioni presidenziali. L’ex titolare del dicastero dell’Economia era già stato chiamato a gran voce dai manifestanti riuniti in piazza e, inoltre, ha dato la sua parola che non si candiderà alle prossime elezioni presidenziali.
La Guardia di Frontiera di Kiev tramite un comunicato, ha denunciato l’arrivo di una decina di elicotteri militari russi nella penisola autonoma della Crimea dopo essere entrati nello spazio aereo ucraino: una delle proprie unità e’ stata bloccata da militari di Mosca nei pressi di Sebastopoli, dove si trova il quartier generale della Flotta del Mar Nero.