L’ex comandante della Concordia, Francesco Schettino è tornato a bordo della nave, per la prima volta, a distanza di due anni dal disastro, per un sopralluogo al generatore d’emergenza. Sulla nave, insieme a Schettino, il collegio peritale del Tribunale di Grosseto, magistrati, consulenti e legali. Secondo quanto si apprende, Schettino non potrà avere una partecipazione attiva, cioè non potrà interloquire con i periti del tribunale che visioneranno alcune parti della nave.
“Inchino? Se avete seguito il processo dovreste avere chiara la differenza tra cosa è un inchino e un passaggio ravvicinato”. Così Francesco Schettino ha risposto ai giornalisti dopo quasi tre ore di sopralluogo effettuato sulla nave all’Isola del Giglio.
E a una domanda sull’abbandono della nave ha replicato stizzito: “Se parla ancora di abbandono della nave non ha capito un ca…”. E ancora: “Io non posso dare nessuna spiegazione tecnica sul sopralluogo, per questo esiste un collegio peritale” – ha affermato – “Io mi sono sottoposto a un processo per fare in modo che vengano accertate le responsabilità”.
“Mi auguro che la nave vada via al più presto e che ci sia finalmente una ripresa turistica del Giglio, lo auguro con tutto il cuore a questo posto”, ha detto ancora Schettino al termine del sopralluogo. “È in corso un processo – ha spiegato – la nave è custode di tutti i segreti, un processo con le modalità con cui si sta svolgendo ci farà capire bene e ci toglierà tutti i quesiti”.
“C’è chi ha patteggiato”, ha detto, “io ho chiesto un processo. Bisogna capire cosa è successo in modo corretto e onesto”. A una domanda sulle sue colpe, Schettino ha risposto: “Quando il processo, la Cassazione, mi darà le mie colpe io le dirò una a una, al momento no”.
Ma non sono solo i cronisti e le telecamere a circondare l’ex comandante. Gli abitanti dell’Isola del Giglio gli hanno urlato “Vergognati” e “Tornatene a casa, che ci sei venuto a fare qui?”. Ai gigliesi non risponde, mentre con i cronisti è stato piuttosto polemico: “Basta, fatemi passare. Togliete ste’ telecamere, mi avete rotto i c…”.
Appena arrivato ieri all’Isola del Giglio, il comandante è stato chiaro: “Sono all’isola del Giglio per contribuire all’accertamento della verità, mettendoci la faccia, come ho sempre detto” ha ribadito Schettino, convinto che la sua presunta colpevolezza non è l’unica verità possibile del naufragio del 13 gennaio 2012, che causò 32 vittime.
L’avvocato Domenico Pepe, difensore di Schettino, parlando con i giornalisti a Giglio Porto ha detto: “Schettino è uomo di principi, è sempre stato una persona leale, quindi si può comprendere quanto gli possa essere costato venire a fare questo sopralluogo. D’altra parte – ha sottolineato Pepe – è necessario sotto il profilo difensivo accertare determinate realtà, per cui, diciamo, l’ho quasi costretto”.
La difesa di Schettino ha semmai qualche dubbio alla luce della nuova inchiesta della Procura, che ha indagato il custode della nave Franco Porcellacchia e il consulente di Costa spa, Camillo Casella, per aver violato proprio la sala del generatore d’emergenza. “È stata una cosa piuttosto pesante che va a inficiare un po’ tutto quello che volevamo accertare”, ha detto Pepe. “L’ho saputo solo ieri in udienza ma già nel precedente sopralluogo ebbi modo di rilevare che la nave non era più nelle condizioni in cui si era fermata qui al Giglio due anni fa”.
Il Codacons intanto ha annunciato che per protesta nei confronti dell’andamento del processo e dell’efficacia delle operazioni peritali il suo legale non salirà oggi a bordo della Concordia per il sopralluogo riguardante il generatore di emergenza e agli ascensori.
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