“Non tollereremo tentativi separatisti e pressioni”, le ex opposizioni ucraine mettono subito le carte in tavola con le parole di Arsenij Jatseniuk, leader della protesta, indicato come possibile primo ministro. L’Ucraina non vuole più essere legata a doppio filo con la Russia, ma da Mosca è arrivato un blindato a Sebastopoli, in Crimea, lì dove la flotta russa ha la sede sul Mar Nero.
Ma se da un lato le opposizioni rivendicano la voglia di staccarsi dalla Russia dall’altro alcuni dimostranti lanciano slogan in favore di Mosca e pro annessione alla Russia. Non tutti vogliono riconoscere il parlamento di Kiev: la richiesta è quella di organizzare un referendum per staccarsi dall’Ucraina.
Sono soprattutto le regione orientali ad essere filo-russe. Il capo del Parlamento Oleksander Turchinov ha lanciato l’allarme sui “pericolosi segnali di separatismo” ma intanto la formazione del nuovo governo è slittata a giovedì per poter prolungare le consultazioni.
I deputati ucraini su una cosa però sono stati d’accordo: approvata in mattinata una mozione per chiedere al Tribunale penale internazionale all’Aja di processare Viktor Yanukovich per crimini contro l’umanità. L’ex presidente è fuggito dopo essere stato deposto dal Parlamento e sul suo capo pende un mandato di cattura internazionale. Insieme a lui il Parlamento vuole alla sbarra dell’Aja l’ex ministro dell’Interno, Vitaly Zakharchenko, e l’ex procuratore generale di Kiev, Viktor Pshonka.