Dopo 26 anni dall’omicidio a Trapani del sociologo e giornalista Mauro Rostagno oggi si celebra l’udienza cruciale del processo sul suo assassinio. Anche il neo commissario della Provincia di Trapani Antonio Ingroia questa mattina nell’aula bunker della Corte d’Assise della città per assistere al dibattimento. Presenti oggi anche la vedova di Rostagno, Chicca Roveri, i rappresentanti dell’associazione “Libera” e alcune scolaresche.
Rostagno fu assassinato in contrada Lenzi a Valderice (Trapani) il 26 settembre 1988. Ingroia rappresentò la pubblica accusa nel 2011, primo anno del dibattimento. Oggi sono attesi i risultati di una superperizia genetica e statistica che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe fatto emergere una compatibilità tra le tracce trovate sul fucile usato per uccidere Rostagno e il dna di Vito Mazzara, imputato quale presunto killer insieme al boss Vincenzo Virga, ritenuto il mandante del delitto.
“Se le cose vanno in questa direzione – ha commentato Ingroia – è un’importante conferma della bontà della ricostruzione della Procura di Palermo. Una ricostruzione che, se dovesse essere convalidata da questa perizia, dovrebbe avere ottime chance di venire confermata da una sentenza di condanna della Corte d’Assise”.
“Non potevo non essere presente alla prima udienza utile dopo il mio insediamento – ha proseguito – ho voluto dare un segnale di presenza delle istituzioni che stanno dalla parte della giustizia. Nei casi di giustizia negata, come questo, non devono starci soltanto magistratura e Procura, ma anche le istituzioni”.
La Provincia si è costituita parte civile nel dibattimento. “È un processo importante – ha continuato l’ex procuratore aggiunto di Palermo – al quale ho dedicato in prima persona tempo ed energia avendo curato io l’indagine e avendo seguito il primo anno del processo. Ho sempre considerato l’omicidio Rostagno una ferita aperta per questa provincia perché non si è fatta mai giustizia fino in fondo”.