Arrivano previsioni a tinte fosche per il futuro dell’Italia e del governo Renzi da Bruzelles. L’Unione Europea nella revisione delle stime sull’andamento economico del Paese mettono in evidenza la poca solidità della ripresa italiana, ma allo stesso tempo dall’Europa arriva il plauso per il rigore di bilancio e la distensione delle tensioni sul mercato obbligazionario.
Nel 2014 la previsione della commissione europea parla di una lenta ripresa dovuta alla crescita della domanda esterna e dell’attività industriale. Il ritmo di crescita del Pil è più lento del previsto, infatti la Commissione europeo vede al ribasso la stima del Pil di novembre e la aggiorna da + 0,7 per cento a + 0,6 per cento. Anche la stima della crescita per il 2013 è stata rivista, se infatti a novembre era stimata a – 1,8 per cento adesso è stata rivista a – 1,9 per cento. Mentre la previsione a + 1,2 per cento rimane invariata per il 2015. Anche il mercato del lavoro è stato rivalutato in negativo. Infatti la disoccupazione passerà dal 12,2 per cento nel 2013 al 12,6 per cento nel 2014 e per poi scendere, ma di poco, nel 2015 con un tasso del 12,4 per cento.
Notizie positive, invece, arrivano dalla disciplina del bilancio. La Commissione, infatti ha migliorato la stima del rapporto deficit/Pil di quest’anno passando dalla previsione di novembre del 2,7 per cento al 2,6 per cento di oggi. Ma anche il miglioramento previsto per il prossimo esercizio è previsto in positivo passando dalla stima di novembre al 2,5 per cento a quella di oggi del 2,2 per cento. In miglioramento anche l’aggiustamento strutturale, anche se “a politiche invariate” nel 2015 la previsione peggiore. Mentre il rapporto debito/Pil stimato dalla Commissione europea raggiungerà il suo picco massimo del 133,7 per cento, ma è prevista una diminuzione per il 2015 al 132,4 per cento. Un migliorsamento definito “leggero” dai tecnici europei.
“La ripresa economica guadagna terreno – spiega il commissario Olli Rehn – ma resta modesta. Il peggio della crisi è alle spalle, ma questo – continua Rehn – non deve essere in invito alla compiacenza perché la ripresa è tuttora modesta perchè sia più forte e crei più posti di lavoro dobbiamo proseguire le riforme strutturali”. Ma la Commissione parla anche del possibile rischio deflazione, una possibile fase di stallo economico, in cui i prezzi si potrebbero abbassare mortificando la crescita. “C’è una marginale probabilità – spiega la Commissione in una nota – che si materializzi uno choc di forza sufficiente per disancorare le prospettive di inflazione e si avvii una deflazione su scala europea”.
Nel complesso della zona della moneta unica le nuove stime sulla crescita prevedono un aumento più robusto del Pil all’1,2 per cento che passa ad una stima dell’1,8 per cento per il prossimo anno. Tra gli altri quella che fa meglio sembra essere la Germania “guidata dalla domanda interna”, qui il Pil crescerà dell’1,8 per cento per quest’anno e del 2 per cento per il 2015.
“La ripresa economica –continua Olii Rehn – sta guadagnando terreno in Europa, dopo il ritorno alla crescita a metà dello scorso anno. Il rafforzamento della domanda interna quest’anno dovrebbe aiutarci a raggiungere una crescita più equilibrata e sostenibile”. Il commissario europeo sottolinea che: “Anche il riequilibrio dell’economia europea sta procedendo e la competitività verso l’estero sta migliorando, in particolare nei Paesi più vulnerabili”.
Arriva, sempre dal commissario europeo, anche l’approvazione per la scelta di Pier Carlo Padoan alla guida del dicastero dell’Economia. “È stato autore – spiega Rehn – di relazioni Ocse sulla crescita e le riforme strutturali: conosce benissimo quello che bisogna fare per la ripresa. Sono convinto – continua Rehn – che l’Italia rimarrà impegnata nel rispetto dei trattati Ue. Collaborerò con grande piacere con il nuovo governo e sosterrò i suoi sforzi per rilanciare il grande potenziale dell’economia italiana”.