Il keynote di Mark Zuckerberg al Mobile World Congress ha fatto il tutto esaurito. Il fondatore e Ceo di Facebook ha parlato della sua visione del futuro e del mondo attraverso il progetto, che sembra essere quasi un figlio per il più giovane miliardario della storia, di Internet.org. Iniziativa questa portata avanti insieme a partner di livello mondiale come Nokia, Samsung, Ericsson e Qualcomm, il cui obiettivo è si portare la connessione ad Internet nei punti più poveri e remoti della Terra.
In molti si chiedono se si tratti di una spinta reale verso il bene o piuttosto di una mossa molto strategica di marketing di nascondere il proprio interesse dietro un impegno universalmente riconosciuto come condivisibile. Ma Zuckerberg sembra dare una risposta a questa domanda: “Nel breve termine non vedo alcun modo in cui questo progetto possa risultare redditizio anche perché in molte zone del mondo, mancano le infrastrutture tecniche e commerciali per fare questo. Nel lungo termine, forse le cose cambieranno”.
Certo in paesi dove il reddito medio per giorno non supera due dollari sembra difficile che le persone scelgano di spenderne una parte per la connessione ad internet. Però sembra proprio che i ragazzi di Facebook abbiano pensato di avviare un progetto pilota nelle Filippine dove il traffico verrà fornito in maniera gratuita insieme ad alcuni servizi gratuiti. “Internet – ha detto Zuckerberg non è un fine in sé stesso, è quello che la connettività porta con sé che è importante: informazioni sanitarie ed economiche, Wikipedia, il meteo, il social networking, opportunità di lavoro e molto altro”.
Facebook ha commissionato alla Deloitte, per conto di Internet.org uno studio su come l’accesso ad Internet impatti sul sistema economico e sociale dei Paesi in via di sviluppo. Estendo l’accesso a Internet, appura lo studio, la produttività di queste zone aumenterebbe del 25 per cento contribuendo al Pil con 2.200 miliardi e incrementando i posti di lavoro di oltre 140 milioni di unità.
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