Poco dopo le 20 del 25 febbraio i medici dell’ospedale Niguarda hanno dichiarato ufficialmente la morte cerebrale di Alfredo Famoso, 68 anni, il tassista che era entrato in coma dopo aver battuto la testa in seguito a un litigio scoppiato domenica sera in via Morgagni.
Gli organi non saranno espiantati. Per l’aggressione è stato fermato ieri Davide Guglielmo Righi, 48 anni, che domani sarà ascoltato nell’interrogatorio di garanzia dal gip: adesso rischia l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale.
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha detto che verrà proclamato il lutto cittadino: “Milano oggi prova un immenso dolore. Concorderemo la data insieme alla famiglia. Purtroppo è successo quello che fino all’ultimo, anche quando le speranze erano minime, speravamo non accadesse – ha detto il sindaco – La morte di Alfredo Famoso è stata provocata da un gesto assurdo e terribile. Nessuna ragione può spiegare tale comportamento. Ora è il momento di stringerci attorno alla famiglia di Alfredo, che ha perso un marito, un padre, un fratello, uno zio lasciando un vuoto incolmabile. Ieri sono stato a Niguarda e come tutti ho sperato che il sottile filo che teneva in vita Alfredo Famoso non si spezzasse”.