Diversi esponenti della famiglia Bosco, nota a Catania perché titolari di una catena di supermercati e di società di catering, sono stati arrestati con l’accusa di usura ed estorsione. Complessivamente, nell’operazione della Questura di Catania denominata “Money Lender”, sono finite 24 persone (leggi tutti i nomi).
Avrebbero elargito prestiti per 1.500.000 di euro a imprenditori, commercianti e artigiani a tassi d’usura che arrivavano anche al 140% annui. La guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 800mila euro nei confronti di 20 degli indagati. Al centro delle indagini i titolari della catena di supermercati ‘Fratelli Bosco’, con sei degli esponenti della famiglia arrestati, tre ai domiciliari, su disposizione del Gip.
Nell’inchiesta sono confluiti 21 episodi di usura e 11 di estorsione. I prestiti con tassi elevatissimi variavano tra 1.000 a 350mila euro, con grosse somme corrisposte in più soluzioni con denaro contante e titoli. Alcune volte il tasso d’interesse era trattenuto alla fonte: si versavano 900 euro a fronte di un credito concesso di 1.000 (ascolta l’audio delle intercettazioni). Secondo la squadra mobile erano operativi anche ‘piani di rientro’ per chi non poteva fare fronte ai debiti contratti, che prevedeva anche l’acquisizione di attività del creditore in crisi. La centrale ‘operativa’ dei Bosco (guarda le foto), secondo la Procura di Catania, era il loro supermercato di via Orto dei limoni, dove chi era in difficoltà economiche, sostiene la polizia, “era sicuro di trovare i finanziatori”.
Alcuni degli assegni erano girati ai fornitori del supermercato e alcune delle vittime pagavano gli interessi utilizzando carte di credito e bancomat. La famiglia Bosco, sostiene l’accusa, che si è avvalsa anche delle dichiarazioni del pentito Giuseppe Laudani, aveva contatti con alcuni clan che per le feste di Natale e Pasqua potevano rifornirsi nei loro supermercati. In un’intercettazione telefonica Antonino Bosco parla delle cosche: “Io ho questo con i Cappello, o quello con i Tigna, o quello con i Puntina e questo con i Mussi… ne ho quattro”.
Tra gli arrestati anche due dipendenti del ministero della Giustizia, Francesco Agnello e Antonino Buffa, accusati di usura e estorsione con l’aggravante di avere agevolato il clan dei Cursoti. Nell’inchiesta sono coinvolti anche presunti esponenti mafiosi: Massimo Squillaci della cosca ‘Mattiddina’, Mirko Pompeo Casesa del clan Santapaola-Ercolano e Giuseppe Emilio Platania del gruppo Piacenti.
“Continua l’azione positiva delle forze dell’ordine a Catania – ha commentato il sindaco Enzo Bianco – e formulo il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto alla squadra mobile e alla magistratura. Un’organizzazione dedita a un reato odioso e socialmente deprecabile come l’usura – aggiunge Bianco – con quest’operazione è stata sgominata. Ancor più grave appare il fatto che l’organizzazione fosse gestita da persone note come imprenditori rispettabili ma che sarebbero stati, in realtà, collegati con la mafia. Sono fatti inquietanti. Per fortuna – conclude il sindaco di Catania -la città nel suo complesso sta cercando di debellare questa economia deviata”.
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