La composizione del governo Renzi lascia “morti e feriti” sul campo: mentre sono ancora in corso le trattative fra i partiti della maggioranza per la nomina, domani – dopo che sarà incassata la fiducia alle Camere (oggi alle 14 comincia il dibattito al Senato, domani a Montecitorio, ndr) – dei viceministri e dei sottosegretari, alcuni contraccolpi si registrano e sono pesanti.
Negli ambienti parlamentari, si è vociferato con insistenza delle dimissioni di Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera del gruppo Per l’Italia -che tiene insieme parlamentari dell’Udc e dei Popolari di Mario Mauro. Ma Dellai smentisce. In una nota dichiara seccamente: “La notizia secondo cui mi sarei dimesso da capogruppo del gruppo parlamentare Per l’Italia della Camera dei deputati è destituita di ogni fondamento”.
La voce è stata attribuita a un motivo ‘politico’: l’esclusione dal governo del ministro della Difesa, convinto fino all’ultimo, che sarebbe stato riconfermato ha squassato il movimento che nell’immediatezza dell’ufficializzazione della lista dei ministri aveva espresso alcuni distinguo riguardo il voto di fiducia. I popolari, comunque, sembrano averci ripensato e oggi dovrebbero votare a favore del governo di Matteo Renzi.
Sempre secondo i rumors di Montecitorio, fra i componenti del gruppo sarebbe in corso un pressing su un altro ministro uscente, il siciliano Gianpiero D’Alia – appena sconfitto, per quattro voti, nella corsa alla guida dell’Udc nazionale dal segretario riconfermato Lorenzo Cesa – perché prenda le redini del gruppo parlamentare. In assenza di dimissioni, però, l’indiscrezione appare come il rischio di un nuovo scontro interno al gruppo fra le due anime che lo compongono.