Da qualche giorno è in edicola un nuovo fumetto, Lady Mafia, che ha già suscitato qualche polemica.
Ambientato in Puglia, racconta un vortice di violenza, di colpi di scena e di inconfessabili verità. Una miniserie noir che propone una storia cruda e feroce, contraddistinta da una narrazione dal ritmo incalzante e che non retrocede dinnanzi a nulla: di scena è la follia sanguinaria dell’anti-eroina per eccellenza: Veronica De Donato.
Nata da un’idea di Pietro Favorito, titolare della Cuore Noir Edizioni, con la collaborazione di Domenico Nagliero, il fumetto ha cadenza bimestrale e la serie è costituita da dieci albi di 132 pagine in cui si narrano le drammatiche vicende di Veronica De Donato, una donna di mala e di vendetta, un killer spietato e infallibile, che semina terrore e morte, e che non ha remore a spazzare via, come polvere, chiunque osi ostacolare il suo cammino.
Ma il fumetto, nonostante sia apparso anche nella serie di successo targara Rai 1, Braccialetti rossi, a molti non piace. Dalla commissione parlamentare Antimafia, il deputato Pd Davide Mattiello parla di “operazione editoriale offensiva che deve essere sospesa”.
Duro anche il comunicato dell’associazione antimafia Libera fondata da don Ciotti: “Ancora una volta si gioca con le parole e si sfrutta il “fascino” della mafia per un’attività commerciale che di educativo e formativo non ha nulla. L’uscita nelle edicole oggi del nuovo noir Lady Mafia è un’operazione diseducativa, ma soprattutto un’operazione che ferisce la memoria di tante donne vittime delle mafie e dei loro familiari, impegnati a promuovere con le loro testimonianze il valore della giustizia contro la barbarie anche culturale della vendetta. Per queste ragioni invitiamo la casa editrice a sospendere la pubblicazione: nel Paese di Lea Garofalo e di tante donne come lei che hanno scelto, anche a prezzo della vita, il coraggio della denuncia, il fumetto Lady Mafia rappresenta un vero e proprio insulto alla loro memoria”.
Ma lo sceneggiatore risponde alle accuse: “Innanzitutto teniamo a precisare che non è nelle nostre intenzioni ferire nessuna delle tante donne vittime della mafia – dice a Corriere.it – né tantomeno oltraggiare la loro memoria. Ma certe accuse arrivano da chi il fumetto non lo ha nemmeno letto. La violenza? Il nostro obiettivo è quello di demistificarla raccontandola”.
“Lady Mafia è un fumetto noir – continua Pietro Favorito – , che si tinge di tinte forti come previsto dal filone narrativo cui fa capo, e le parole Lady Mafia altro non vogliono essere che un sostantivo femminile della parola boss. Se invece di chiamarlo Lady Mafia, il nostro fumetto l’avessimo chiamato mister mafia, avremmo fatto lo stesso scalpore?”.