La notte di Kiev è trascorsa tranquilla, paradossale per una città, per un fazzoletto di terra, quello che circonda piazza Maidan, che nella sola giornata di giovedì ha registrato almeno cento vittime. È stata una notte di negoziati frenetici, difficili, delicati e, alla fine, è stata la notte dell’accordo tra il premier uncraino, Viktor Yanukovich, i leader dell’opposizione e i ministri Ue accorsi per partecipare ai negoziati. Tra questi il francese Fabius, che dichiara: “Nulla di definito prima della fine della mattinata”.
Mattinata comunque calda, perché, nonostante la tregua apparente, secondo fonti della polizia, alcuni manifestanti avrebbero aperto il fuoco contro le forze dell’ordine. Arseny Yatsenyuk, parlamentare oppositore di Yanukovich, ha anche parlato di un tentativo di occupazione, da parte della polizia governativa, della Rada suprema, il parlamento ucraino, che oggi è chiamato a votare sul ritorno alla Costituzione del 2004, che limita i poteri del capo del governo.
L’intesa, comunque, dovrebbe essere siglata dalle parti in campo attorno a mezzogiorno, questo è l’unico dettaglio trapelato. Mistero, infatti, sui termini e le condizioni, anche se si parla di elezioni anticipate. Da parte delle opposizioni non arrivano conferme ufficiali. Non si fidano del governo filo-russo che pure aveva dichiarato una tregua mercoledì sera. Un cessate il fuoco durato lo spazio d’un nulla, s’è vero che quello seguente è stato uno dei giorni più sanguinosi della breve storia dell’ex repubblica sovietica.
Nel perimetro che circonda piazza Maidan i marciapiedi hanno assunto il colore del sangue. Tante le vittime tra i manifestanti quanto tra le forze dell’ordine. Una vera e propria guerra civile, con molotov oltre le barricate, agenti presumibilmente rapiti – si parla di 67 uomini – e cecchini appostati sui palazzi più alti, che hanno fatto decine di vittime con i loro proiettili.
E proprio una pallottola sparata all’altezza della testa, ha colpito al collo Olesya Zhukovskaya, una giovane infermiera, classe ’93, che, ricoperta del suo sangue ha trovato la forza per inviare un tweet con scritto “Muoio”. Un gesto che rimarrà nella storia e che ha commosso il mondo. La Zhukovskaya è stata poi operata nella notte, le sue condizioni sono gravi, ma è ancora viva. Il sindaco di Kiev, fresco dimissionario, ha deciso di lasciare il partito di Yanukovich, “Nessun potere vale un bagno di sangue” ha dichiarato.
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