Una seduta infuocata quella del Consiglio comunale di Palermo. La quadra non si è trovata su un problema che riguarda il Paese ed ha carattere internazionale: la vicenda dei due Marò. La consigliera Giusy Scafidi del Movimento 139 ha presentato in aula una mozione per l’affissione di una gigantografia dei due militari con la scritta ‘Liberi’.
“Questo è un atto di civiltà – dice Scavone capogruppo del Movimento 139 – c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per questioni cittadine e un altro per prendere posizione in questioni nazionali. Quello che sembra una banalità non lo è, perché i nostri figli ci guardano e vogliono sapere qual è la nostra posizione. Dobbiamo sentirci italiani pure noi”.
In corso d’opera però si scopre che il consigliere Francesco Scarpinato del Nuovo Centrodestra, il 14 gennaio scorso aveva già scritto al sindaco per l’affissione nel balcone frontale del Palazzo di Città di un tricolore con la dicitura ‘Marò Liberi’. L’iniziativa sarebbe stata interamente a carico del consigliere. Il sindaco rispose di sì, ma al presidente del Consiglio e non direttamente al consigliere: la questione non raggiunge l’ordine del giorno di Sala delle Lapidi e finisce nel vuoto.
La matassa s’ingarbuglia ancora di più quando in aula interviene Giovanni Geloso, del Gruppo misto, che racconta che la quarta circoscrizione aveva chiesto di esporre la foto dei Marò, ma Giusto Catania, assessore al Decentramento, aveva risposto che non trovava opportuna l’iniziativa e ha rigettato la mozione.
“Non è giusto strumentalizzare una tematica così delicata – dice Scarpinato – che vede due connazionali coinvolti, dobbiamo stringerci attorno alle loro famiglie. Davanti a questi fatti non c’è colore politico. Sono un maresciallo e per sette volte sono stato in missione all’estero e so cosa significa”.
Buona parte dei consiglieri si agita perché pensa che non bisognerebbe perdere tutto questo tempo su questa questione e concentrarsi sui problemi della città. “Dovremmo occuparci della Rap o della Gesap – dice Giulio Cusumano dell’Udc – ma la cosa ben più grave è che questa questione mette in luce, ancora una volta, lo scollamento che c’è tra la maggioranza e la Giunta. La maggioranza propone una cosa in aula e Giusto Catania ne dice un’altra”.
Alla fine non si raggiunge il numero legale al momento della votazione in aula e quindi viene rimandato tutto alla seduta successiva quando all’ordine del giorno ci sarà anche la delibera sui dehors e la proroga dei contratti dei precari. La Scafidi che aveva proposto la mozione sui Marò fa sapere che se non passerà “si dimetterà dal gruppo”.
“Voterò contro la mozione della Scafidi perché non amo la ‘retorica della bandiera’ – dice Diego Catalano Ugdulena del Movimento 139 – chiedere il rimpatrio di due militari italiani coinvolti in una vicenda di sangue non del tutto chiara soltanto perchè italiani non appartiene alla mia cultura”.