“Le nostre indagini, ma anche quelle dei colleghi di altre Dda, ci portano a dire che Cosa nostra si sta rianimando”. Lo dice il procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, in un’intervista a margine dell’operazione che ha portato all’arresto di 49 persone ritenute componenti della mafia del centro Sicilia e legate al clan catanese dei Cappello. Matteo Messina Denaro non è il capo di Cosa Nostra ma solo il capo clan di Trapani con qualche interesse a Palermo e il suo ruolo non è esattamente quello che si vuol far credere.
Lo aveva già detto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ora lo conferma anche il procuratore capo di Caltanissetta e per anni aggiunto della Dda di Palermo: “Ci sono fondati motivi per ritenere che Matteo Messina Denaro non sia il capo di Cosa Nostra ma solo il capo provinciale della mafia di Trapani con qualche interesse nel Palermitano”.
Affermazioni che, nei giorni scorsi, avevano indotto il Viminale a ribadire che “la cattura della primula rossa trapanese è e resta una priorità e non si è fatto alcun passo indietro nella sua ricerca”. Una precisazione dettata forse dalla paura che il rincorrersi di queste affermazioni nascondesse un arretramento nella lotta alla mafia.
A guidare la mafia non sarebbero più gli uomini di una volta. Totò Riina resta il numero 1, comanda dal carcere ma i veri capi sarebbero incensurati, porterebbero giacca e cravatta e starebbero comodamente seduti nelle stanze dei bottoni. Sarebbero politici, banchieri, grandi finanzieri e non è detto che si tratti di siciliani. Questo lasciano capire gli inquirenti quando parlano a ruota libera senza riferirsi ad una indagine specifica. Non sembra un caso neanche che proprio adesso l’eurodeputato Pd Pino Arlacchi parli a Panorama di processo bufala riferendosi proprio al dibattimento in corso sulla trattativa. “Si concluderà con il totale flop – dice Alacchi che di mafia si è spesso occupato -. È una bufala su cui si sono costruite carriere immeritate: non c’è una sola prova seria a sostegno di questa allucinazione. Rottamiamo una certa idea della mafia. Riina è un capomafia di 84 anni, in galera da 21: è solo e abbandonato, secondo tradizione mafiosa. E’ stato intercettato nel giugno 2013 mentre si sfoga contro tutto e tutti”.
La domanda alla base di tutto è: chi comanda adesso Cosa Nostra?
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