L’Ucraina brucia. Non è una novità, nella repubblica che fu sovietica, ma stavolta a pesare ancora di più degli scontri e delle proteste, delle occupazioni dei palazzi del potere e delle barricate è un bilancio di vittime. Almeno 26 i morti in piazza Maidan, la piazza dell’Indipendenza di Kiev.
Dopo che i manifestanti avevano deciso di abbandonare il municipio della Capitale ucraina le tensioni sembravano finalmente aver trovato una via verso la risoluzione delle tensioni. Invece è passato poco perché tra gli occupanti, che protestano da mesi contro la politica del premier Viktor Ianukovich, sempre più vicino alla Russia e più lontano dall’Europa.
La protesta era divampata, nuovamente, nella giornata di ieri, quando i manifestanti filoeuropeisti erano scesi in piazza per protestare contro una nuova donazione di liquidi da parte della Russia al governo di Ianukovich. La repressione, da parte dei poliziotti in tenuta antisommossa è stata devastante, tra incendi e colpi ripetuti di arma da fuoco, con i corpi di 13 manifestanti e sette agenti rimasti sul campo.
Nella mattinata di oggi, infatti, piazza Maidan è stata oggetto di una nuova offensiva da parte delle forze dell’ordine, con una vera e propria pioggia di lacrimogeni, seguita da cariche e altri colpi di arma da fuoco. 241 in totale i feriti, secondo le stime del ministero della Sanità ucraino. Tra le vittime anche Vyacheslav Veremyi, corrispondente da Kiev per il quotidiano in lingua russa ‘Vesti’, vicino al governo. Il bilancio di morti e feriti, tuttavia, pare destinato ad aggravarsi.