Polemiche sul prelievo automatico del 20 per cento sui bonifici per le persone fisiche provenienti dall’estero. La misura, che è in applicazione dall’1 febbraio, è finita nel mirino della Commissione europea.
Come riporta La Stampa, Adusbef e Federconsumatori, hanno presentato due separate interrogazioni due parlamentari ex leghisti, Tino Rossi (ora passato al Ppe con Forza Italia) e Claudio Morganti (rimasto nel gruppo degli euroscettici Eld con il movimento “Io cambio”), ipotizzando violazioni dei Trattati sulla libera circolazione dei capitali e sugli accordi che vietano la doppia imposizione.
E Beppe Grillo ne parla sul suo blog come di “manovra geniale per evitare l’ingresso di capitali in un momento in cui chi può porta i suoi risparmi fuori dall’Italia». Ricordando che i capitali ‘scudati’ rientrarono con una tassa del 5%, il leader dei M5S aggiunge: “Come chiamare i politici messi lì dai partiti? Incompetenti? Lobbisti? Dilettanti? Sfascisti? Sicuramente sono dei tafazzisti”.
Il meccanismo imposto dalla Agenzia delle Entrate prevede un prelievo automatico a meno che il titolare del conto non autocertifichi che il bonifico non è un ‘reddito’. Daniele Capezzone (Fi) parla di “perplessità grave e di fondo” perché pone il tema di “un fisco che troppo spesso procede in base a presunzioni (e a presunzioni discutibili) con relativa inversione dell’onere della prova”.
A Bruxelles, la portavoce del responsabile europeo alla fiscalità Algirdas Semeta ha detto che “siamo ovviamente consapevoli di questa nuova disposizione” aggiungendo che “il Commissario la sta esaminando per assicurarsi che sia in linea con i principi di base della non discriminazione e del libero movimento delle merci e dei capitali”.
Bruxelles valuterà se l’idea di un prelievo `preventivo´ è proporzionato o no. Se le formalità per evitare il prelievo automatico non saranno considerate sproporzionate, è possibile che la Commissione ritenga la tassa accettabile. Ma per ora prende tempo e analizza tutti i dettagli, soprattutto quelli attuativi.