Fabio Fazio ha appena iniziato il suo discorso d’apertura della 64° edizione del Festival di Sanremo ma non è riuscito a parlare più di qualche minuto: un uomo si è arrampicato sulle impalcature del teatro urlando per richiamare l’attenzione, minacciando di lanciarsi: “Un attimo, vogliamo un attimo di attenzione: non possiamo più mangiare”. Si tratta di un lavoratori del consorzio del Bacino di Napoli e Caserta e grida tutta la sua disperazione, accompagnato da un collega.
In mano uno dei due ha una lettera. Entrambi pretendono che venga letta: “Io mi butto”. Attimi concitatissimi, tenuti su da Fazio che prova a fare ragionare i due. Soltanto la promessa della lettura riesce a farli calmare.”Non c’è niente di più importante di tutto questo ma allora che si fa?”, dice il conduttore “Non facciamo altro? Ripartiamo da qui. Cerchiamo di ripartire da qui. Se tutto ciò che fuori è bello forse diventiamo belli anche noi: è questo l’auspicio di ricucire il nostro paese”.
Come promesso, Fazio legge la missiva: “Da 16 mesi lavoriamo senza ricevere lo stipendio. Siamo 800 persone: chiediamo che i governi regionali e nazionali facciano qualcosa. Ci sono già stati 3 suicidi e questa situazione sta portando molti a perdere le case”. Alla fine, anche una righe di scuse: “Mi scuso per questo spiacevole intervento, ma ci si sente inutili per le proprie famiglie e per non riuscire ad andare avanti”.
Ma non è la prima volta che a Sanremo rischia di succedere la tragedia: nel 1995, Pippo Baudo andò sugli spalti e salvò un uomo.