“Serve un investimento di quasi 8 miliardi di euro per circa 3.400 interventi” necessari a ridurre il rischio idrogeologico. Questa la proposta dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni) contenuta nel Piano pluriennale anti-dissesto presentato oggi a Roma.
Secondo l’Anbi infatti “l’adeguamento delle opere di bonifica idraulica è condizione fondamentale per la sicurezza del territorio” per “qualunque attività economica”. I Consorzi, spiega il presidente Massimo Gargano, sono pronti e “qualificati” per contribuire e fornire supporto alle istituzioni; poi “occorre cogliere anche le opportunità che offrono i fondi comunitari per la Pac 2014-2020”. Per Gargano “non è più procrastinabile un programma di messa in sicurezza del territorio che garantisca le condizioni di conservazione del suolo indispensabili alla vita civile ed alle attività produttive”
Molta “preoccupazione” destano i dati sul dissesto idrogeologico in Italia, osserva l’Anbi, la cui “responsabilità, oltre che alla variabilità climatica, con il conseguente regime di piogge intense, è da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo”. Secondo l’Ispra “ogni secondo nel nostro Paese vengono occupati 8 metri quadrati di suolo”, pari a 70 ettari al giorno. Per comprendere “l’urgenza” basti ricordare che “dal 2002 al 2014 si sono registrati circa 2000 eventi alluvionali con la perdita di 293 vite umane, oltre ai danni alle popolazioni, alle produzioni e alle infrastrutture”. Inoltre, emerge che in Italia “6 milioni di persone abitano in un territorio ad elevato rischio idrogeologico; 22 milioni di persone in zone a medio rischio. Nel nostro Paese vi sono 1.260.000 edifici a rischio idrogeologico e di questi 6.251 sono edifici scolastici e 547 ospedali”. I Consorzi di bonifica, attraverso un processo di fusioni ed incorporazioni, sono 121 rispetto ai 250 degli anni ’70, ed ai 200 del 1998.