Alla fine per Giovanni Mandalà è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Si è espressa così, infatti, la Corte d’Appello di Catania, che ha di fatto messo fine a una vicenda che dura da 33 anni, quando Mandalà fu condannato all’ergastolo per l’omicidio dei carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Fancetta in quel di Alcamo Marina, il 27 gennaio del 1976.
Per quel duplice omicidio furono condannati anche Giuseppe Gulotta, Giuseppe Ferrantelli e Gaetano Santangelo, la cui condanna è stata già al centro di revisione con assoluzione due anni fa, da parte della Corte di Appello di Reggio Calabria e lo scorso anni da quella per i minorenni di Catania. Mandalà è deceduto in carcere il 15 novembre del 1998 proclamandosi innocente.
La sua famiglia, tramite l’avvocato Baldassarre Lauria del foro di Alcamo, ha anticipato che chiederà risarcimento danni rivolgendosi alla corte di giustizia europea. Nel processo di Catania il pentito Leonardo Messina ha dichiarato che quella strage fu concepita dalla mafia, di concerto con esponenti dell’Arma, per preparare un colpo di Stato.
Secondo una ricostruzione fornita in sede di commissione Antimafia, dietro la strage di Alcamo Marina ci sarebbe una struttura segreta: i carabinieri Falcetta e Apuzzo avrebbero fermato, il giorno prima di essere uccisi, un furgone che trasportava armi, presumibilmente con a bordo uomini del gruppo paramilitare.
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