All’indomani della vittoria alle primarie Pd in Sicilia, Fausto Raciti parla dalla sede di via Bentivegna, a Palermo, insieme al suo vice segretario Mila Spicola. Il neosegretario dei democratici siciliani si lancia a tutto campo sulle elezioni e sul futuro del governo regionale: “Io penso che vada riformulato il patto di governo con Crocetta“, è il primo segnale forte lanciato al governatore.
“Non sarò un vigile nel traffico. Rispetto al presidente Crocetta, bisogna ricostruire un patto per condividere le riforme che non si facciano per decreto ma all’interno degli organismi istituzionali e all’interno della società civile siciliana. Abbiamo tutto lo spazio per farlo”, continua Raciti che ribadisce la necessità di un’identità politica forte tra i democratici siciliani. “Il problema non è la scelta tra assessori politici e tecnici. Senza un partito unito non possiamo incidere sulle scelte di Crocetta. Qui ci troviamo davanti a due soggetti politici distinti. Noi e il Megafono”.
Raciti, eletto con il 61% delle preferenze dopo aver conquistato 6 province su 9, non ha paura di iniziare il suo percorso: “Il Pd ha le sue idee e vuole metterle in campo. Io onestamente non percepisco nessuna minaccia da leadership personali. L’autonomia del Pd si costruisce sul partito e sul suo popolo”, spiega il neosegretario, che si difende dall’accusa di un’affluenza troppo bassa alle urne: “Quanti partiti portano 73 mila persone? Il nostro elettorato è un po’ stanco di tutte queste primarie. Certo un po’ hanno inciso anche le vicende nazionali”.
Una cosa è certa, il neosegretario del Pd Sicilia non teme il dialogo: “Abbiamo già aperto una fase di confronto con l’Udc. Mi interessa anche confrontarmi con il sindaco Orlando sulla città di Palermo e i suoi problemi”.
Impossibile per Raciti, appoggiato dal Megafono, da Cuperlo e da Renzi, non fare riferimento al presidente del Consiglio in pectore: “Io dal governo Renzi mi aspetto un tipo di attenzione diversa per il Mezzogiorno: bisogna fare un salto di qualità rispetto ai governi precedenti. Senza il Sud non si esce dalla crisi”.
“C’è un ragazzo di meno di trent’anni alla guida del Pd Sicilia”, ricorda il vicesegretario Mila Spicola “Mi pare un vero segno di cambiamento. Dobbiamo dare fiducia alle persone sulle cose fatte. Tornare all’essenziale delle cose da fare di fronte ad un elettorale stremato dalla crisi economica che c’è in Sicilia. La sfida è stata quella di unire il partito su cose che si possono fare”.