Domani la Sardegna avrà il suo election day. Chiamata alle urne, dunque, per quasi un milione e mezzo di cittadini sardi, che avranno tempo dalle 6.30 alle 22.00 per scegliere se affidare il futuro della propria Regione a un governo Cappellacci-bis o se dare fiducia a uno degli sfidanti.
Insieme al governatore uscente, fortemente sponsorizzato da Silvio Berlusconi e dalla sua Forza Italia, in pole c’è il candidato della Sinistra, Francesco Pigliaru, con subito dietro il premio Campiello Michela Murgia, candidata sotto insegne autonome, che guida la schiera degli outsider, di cui fanno parte anche Mauro Pili, Luigi Sanna e Pier Francesco Devias.
A tenere banco, comunque, è la bagarre interna alle varie coalizioni, che potrebbe finire col favorire gli sfidanti meno accreditati. Nel centrosinistra Pigliaru ha preso il posto della candidata vincitrice delle primarie del Pd, Francesca Barracciu, fatta fuori dall’indagine della Procura cagliaritana che ha portato alla luce un sistema di spese irregolari. E guai giudiziari affliggono anche Ugo Cappellacci.
Grande, dunque, la disillusione nella cittadinanza, piegata dall’alluvione che ha colpito negli scorsi mesi l’isola e dalla crisi che ha segnato il destino di grandi aziende come Sulcis ed Alcoa. Non ci sarà tra i simboli in scheda quello del M5S. I voti dei pentastellati potrebbero essere verosimilmente catalizzati sulla candidata di Sardegna Possibile, Michela Murgia.
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