Il “promoveatur ut amoveatur” è sempre stata una prassi diffusa anche in ambienti ecclesiastici, ma da quando Bergoglio siede sul soglio pontificio la musica è cambiata e le rimozioni, che qualcuno ha ribattezzato “metodo Bergoglio” ora viaggiano molto spesso senza promozioni. L’amoveatur, senza appello, questa volta tocca a Dino Boffo che è stato licenziato da direttore di Tv2000, l’emittente della Conferenza Episcopale Italiana.
Non è sfuggito, ai più attenti osservatori, che il siluramento di Boffo è avvenuto all’indomani di una udienza dal Pontefice del segretario della Cei mons. Nunzio Galantino e c’è chi giura che sia il Presidente della conferenza episcopale italiana il cardinale Bagnasco che il vicepresidente e prossimo cardinale Gualtiero Bassetti fossero all’oscuro dell’operazione.
La cosa non sorprende: mons. Galantino, bergogliano di ferro, è stato nominato da Papa Francesco proprio per imprimere alla Cei quel cambiamento e quella pulizia di cui si è fatto promotore nella Chiesa. Ed è probabile che il licenziamento di Dino Boffo rientri in una più vasta operazione di pulizia o, a seconda dei punti di vista, di “bergoglizzazione” della Cei.
A Tv2000 non si pronuncia la parola “rimozione” ma si preferisce parlare di un più politicamente corretto “riassetto generale”. Ma il clamore resta, così come le supposizioni per questa inaspettata svolta alla tv dei vescovi.
Probabilmente ai piani alti dei Palazzi Apostolici non è piaciuto il frequente emergere del nome di Dino Boffo in quel guazzabuglio di cordate, lettere anonime ed intrighi sotto la cupola di San Pietro.
Dino Boffo, 61 anni, era stato nominato direttore della Tv nell’ottobre 2010, tredici mesi dopo le dimissioni da direttore di “Avvenire”, incarico che aveva lasciato dopo la pubblicazione sul quotidiano “Il Giornale” della notizia relativa a un decreto penale del tribunale di Terni, che condannava il direttore di «Avvenire» per molestie telefoniche, e di un’informativa che collegava le molestie a presunte vicende omosessuali.
L’addio di Boffo al quotidiano dei vescovi dopo la campagna orchestrata dal Giornale non fu indolore ma gonfio di livore verso chi, Oltretevere, aveva fatto da sponda, più o meno inconsapevolmente, al duo Feltri – Sallusti. E la nomina a direttore della tv dei vescovi, si dice, venne vissuta da Boffo come l’opportunità per una rivincita.
Una rivincita che però non ha tenuto conto della rinuncia di Ratzinger al Pontificato e dell’elezioni di Jorge Maria Bergoglio.
In Vaticano recentemente erano anche circolate voci su commenti, ritenuti inappropriati dalla Segreteria di Stato, fatti durante le dirette degli eventi papali, ma lo scivolone più grosso della direzione Boffo si è verificato lo scorso maggio quando la Sala stampa della Santa Sede fu obbligata a smentire la notizia, diffusa da Tv2000, su un presunto esorcismo di Papa Francesco. Per lo scalpore della vicenda Boffo fu costretto a scusarsi con il Papa: “Non succederà più”, disse il direttore.
E il siluramento suona come un’amara conferma.
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