“Sono un perseguitato. Sono venuto in Italia per giocare a calcio, i contratti li facevano i miei procuratori e Ferlaino, loro sono tranquillamente in Italia e io che ho fatto più di 100 gol devo togliermi orecchini e orologi ogni volta che vengo. Non ce li ho 40 milioni, non li ho neanche guadagnati”. Così Diego Armando Maradona, oggi a Roma per il contenzioso con il fisco.
“Io voglio venire in Italia per vedere una partita o uno dei tanti amici che ho lasciato qui, ma se sono perseguitato meglio non farlo. Spero venga fuori la verità, io non nascondo nulla e non ho nulla da nascondere”, ha proseguito l’ex capitano del Napoli e della nazionale argentina.
“Ringrazio i napoletani che hanno espresso tutto il loro amore a Diego. Maradona si è commosso, l’affetto e il coinvolgimento della gente lo hanno emozionato. Non riuscivamo a camminare e il nostro ritardo e’ stato dovuto proprio ai tanti tifosi che volevano abbracciarlo. Le lacrime di Diego esprimono tutta la sua gioia”. Lo ha detto il legale di Maradona, Angelo Pisani.
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