Alitalia e sindacati hanno raggiunto un accordo in merito alla gestione dei 1.900 esuberi previsti dal piano industriale.
L’accordo, di durata biennale, prevede cassa integrazione a rotazione e contratti di solidarietà che verrà applicato a 4.946 addetti, in pratica a tutti i piloti e gli assistenti di volo.
Le due categorie professionali avranno cinque giorni di solidarietà al mese pari al 25% della “prestazione mensile”. Scongiurata quindi la cassa integrazione a zero ore: il picco massimo previsto è di 13 giornate al mese. Ed è proprio questo elemento che è stato il vero ostacolo all’intesa: la proposta aziendale per il personale di staff prevedeva, a seconda delle aree, tra le 5,5 e 16 giornate di cassa integrazione mensile per una platea di 2289 lavoratori.
La Fit-Cisl ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto. Per il segretario nazionale Emiliano Fiorentino si tratta di “un passo importante, ora si attende l’arrivo del partner per il rilancio dell’Alitalia”.
“Con l’intesa di questa notte si è raggiunto il punto di condivisione necessario per gestire il piano di interventi di sopravvivenza di Alitalia”. È quanto sostiene il dirigente sindacale della Filt Cgil in merito all’accordo con la compagnia sul ricorso agli ammortizzatori sociali sottolineando che “con il ricorso alla Cigs a rotazione per il personale di terra e con i contratti di solidarietà del personale di volo il lavoro mette a disposizione l’ennesimo contributo per salvare Alitalia e lo fa in modo solidale senza licenziamenti ed esuberi strutturali”.
“Il valore di questo accordo – spiega Rossi – che si aggiunge all’enorme contributo del fattore lavoro degli anni che abbiamo alle spalle va ora capitalizzato attraverso un radicale cambiamento del profilo industriale della compagnia. L’accordo con un partner industriale è vitale – sottolinea Rossi – come l’arrivo di nuove competenze manageriali adeguate alla sfida. Si deve aprire una fase di confronto sulla costruzione del futuro industriale di Alitalia che affronteremo con grande determinazione rivendicando piani di intervento che garantiscano che i sacrifici del lavoro non vengano dilapidati come accaduto in passato”.