Aspettiamoci una lunga estate calda e secca per il 2014. Il riscaldamento globale non è una fantasia. La conferma sembra venire proprio dal clima che questo primo mese del 2014 ha caratterizzato la vita di molte persone. L’aumento della temperatura medi di 2,1 gradi colloca il gennaio appena trascorso tra i più caldi dal 1800. In futuro le cose non potrebbero che peggiorare. Ne ha parlato il nuovo rapporto del Cnr che ha preso in considerazione per il suo lavoro la campagna oceanografica internazionale “Carpet, Characterizing Adriatic Region Preconditioing EvenTs” che ha avuto come oggetto di studio il mare Adriatico.
Negli ultimi 214 anni, ad esclusione di quello del 1804 (+2,4) e del 2007 (+2,3), questo mese di gennaio è stato il più caldo. Ma le piogge non sono mancate. Infatti si è registrato in tutta Italia un aumento delle piogge di 86 punti percentuali rispetto alla media del periodo e posizionando il mese di gennaio come il diciannovesimo più piovoso dal 1800. Il record di precipitazioni spetta al Nord-Est che ha superato di oltre quattro volte le piogge medie in questa zona del Paese.
Le ricerche fatte sulla nave oceanografica Urania del Cnr hanno scoperto che la temperatura dell’acqua sul fondo dell’Adriatico è aumentata di circa 3 gradi rispetto alle medie degli ultimi 30 anni. “È lecito attendersi conseguenze significative- ha spiegato Sandro Carniel, responsabile scientifico di Carpet – sulla circolazione delle acque del bacino (e anche del Mediterraneo Orientale), sul clima della terraferma e un abbassamento dei livelli di ossigeno sul fondo marino già in primavera, a seguito della crescita fitoplanctonica stimolata dai rilevanti apporti fluviali in corso”.
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