Dopo il crollo della palazzina in piazza Garraffello il Consiglio comunale di Palermo ha chiesto che l’assessore al Centro storico, Agata Bazzi, relazionasse in aula su quanto si stesse facendo per mettere in sicurezza non solo la palazzina crollata ma l’intero centro storico, dove molti altri edifici sono pericolanti e a rischio crollo. E l’assessore in Aula ha confermato che la piazza tornerà presto a disposizione dei cittadini.
Così oggi l’assessore si è presentato in aula durante la seduta di consiglio. “L’edificio crollato ha una lunga storia che risale agli anni ’90 – ha esordito così durante il suo intervento -. C’è un contenzioso in atto tra il comune e i privati, l’immobile solo per metà è del comune e, per la precisione, la parte che è crollata è privata. Sull’immobile sono stati fatti diversi controlli negli anni, nulla toglie che sia stata una grande fortuna che al momento del crollo non ci fosse nessuno per strada per una serie di fortunate coincidenze, una tra tutte la partita”.
“Allo stato attuale sull’immobile ho richiesto una procedura di somma urgenza per la messa in sicurezza – ha aggiunto la Bazzi – e ho chiesto che questa procedura venga allargata a tutto l’isolato”. L’aula però ha chiesto di chi fosse la responsabilità di quanto accaduto. “Sono sicura che arriveranno diversi avvisi di garanzia a dirigenti e funzionari, ma è un compito che spetta alla magistratura, io non me la sento di dire che sia colpa di questo o di quello – ha continuato l’assessore – in questo momento è importante mettere in sicurezza tutti i palazzi della piazza, per questo abbiamo istituito un tavolo tecnico permanente con la protezione civile, la magistratura e l’edilizia pericolante”.
“Ho cercato di evitare in ogni modo – ha proseguito l’assessore -, e fino ad ora ci sono riuscita, il sequestro dell’intera piazza, perché a quel punto, diventerebbe complicatissimo fare i lavori di messa in sicurezza. Quindi ieri abbiamo disposto il procedimento di somma urgenza per il palazzo crollato. Domani i tecnici andranno a fare un sopralluogo dei tre cantieri e, certamente la piazza tornerà fruibile a breve se la magistratura darà l’ok, ma solo per metà. Infatti la ditta che si sta occupando dei lavori ha detto che la parte dove c’è la palazzina caduta dovrà rimanere chiusa per 2 – 3 mesi”.
L’aula ha così chiesto quale sarà la sorte del centro storico della città di Palermo. Le preoccupazioni sono rivolte ai diversi palazzi pericolanti e alle forti piogge del periodo che contribuiscono a rendere ancor più allarmante la situazione.
“Sto facendo partire dieci procedure di somma urgenza per dieci proprietà comunali fortemente a rischio – ha concluso l’assessore -. Provvedimenti che non vorrei diventassero un lavoro a perdere, perché le procedure di somma urgenza fatte senza nessuna prospettiva durano un tot di anni ma poi crollano. L’ottica deve essere quella di intervenire con un progetto di recupero che io proporrò come atto d’indirizzo della giunta e poi anche in consiglio. Tutti questi edifici, quelli di via Rua Formaggi, via Sedie Volanti, Via Case Nuove, sono di edilizia minore. Poi ci sono due edifici più ‘monumentali’. Immobili strutturalmente a rischio ma che possono essere oggetto di recupero grazie ai residui della legge 25″.
Nella prossima seduta del Consiglio, sono stati chiamati a relazionare in Aula l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità con delega al Bene comune Tullio Giuffrè e Luciano Abbonato, assessore al Bilancio. Quest’ultimo, in particolare, dovrà riferire della delibera che prevede la chiusura dell’ufficio al Centro Storico.
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IL TESTO SOPRA CITA TESTUALI PAROLE: C’è un contenzioso in atto tra il comune e i privati, l’immobile solo per metà è del comune e, per la precisione, la parte che è crollata è privata.
IO MI CHIEDO: Ma la responsabilità non ricade per legge su tutti i condomini? A voi la risposta.
Quando sequestravate gli immobili limitrofi a quello crollato i tecnici del centro storico forse non si accorgevano del forte degrado dello stabile ad oggi crollato perché forse per metà era del comune?
A Voi il giudizio.