La Cassazione ha confermato la sentenza con cui il 9 gennaio 2013 la sesta sezione della Corte d’appello di Palermo, derubricando l’accusa da concorso esterno in associazione mafiosa a voto di scambio politico-mafioso (416 ter), ha condannato l’ex assessore regionale alla Presidenza David Costa (Udc) a 3 anni e 8 mesi di carcere.
In precedenza, dal concorso esterno in associazione mafiosa il politico marsalese era stato assolto sia in primo che secondo grado, ma il 7 giugno 2012 la Cassazione annullò, con rinvio, l’assoluzione decretata il 17 giugno 2010 dalla terza sezione della Corte d’appello di Palermo, che aveva confermato la sentenza di primo grado al termine del processo con rito abbreviato. L’accusa, sia in primo che in secondo grado, come pure nel processo d’appello bis, aveva chiesto la condanna a 5 anni di carcere.
L’inchiesta fu coordinata dai pm della Dda Roberto Piscitello e Massimo Russo. David Costa fu arrestato il 15 novembre del 2005. Secondo l’accusa, il politico sarebbe stato ”interessato a ricevere il sostegno della famiglia mafiosa di Marsala” e nel 2001, nelle elezioni per il rinnovo dell’Ars, avrebbe ricevuto voti a fronte ”di erogazione di somme di denaro”. Un medico, Giuseppe Galfano, nel 2001 candidato della ”Casa delle libertà” a sindaco di Marsala, riferì che il primo maggio dello stesso anno vide il capomafia Natale Bonafede, allora latitante, sull’auto blu con David Costa. Poi, però, inviò una lettera alla magistratura nella quale affermava di essersi sbagliato.