Al Quirinale doveva andarci il premier Letta. A varcare la soglia del Colle più alto della politica italiana, invece, è stato Matteo Renzi. Il segretario nazionale del Pd, come sempre, vince in tempismo e con Giorgio Napolitano, nel giorno più difficile del nuovo mandato del presidente, ha cenato a lungo parlando, ovviamente, dei movimenti in corso nel quadro politico nazionale.
Hanno parlato di legge elettorale, il cui iter parlamentare comincia oggi alla Camera e prima che al Nazareno Renzi riunisse deputati e senatori Pd – la riunione è in corso da questa mattina alle 8.30 per le istruzioni finali e per trovare un accordo con l’ala minoritaria dei cuperliani – hanno parlato certamente del governo Letta e del conflitto fra segretario e premier.
Conflitto che non sembra potersi risolvere con un rimpastino come quello che il premier Letta, secondo i più, sarebbe intenzionato a realizzare. Le voci sulla posizione del capo del governo, ormai, sono controverse e contraddittorie: Enrico Letta non sembra pronto alla rinuncia e a dare seguito alla staffetta con Renzi al premierato. Anzi: nelle ultime ore il capo dell’esecutivo pare abbia scelto la strada del contrattacco e sia pronto a presentare il suo ‘Impegno Italia” – ribattezzando così il programma della seconda fase del governo avendo tolto dal titolo la scansione temporale 2014 – con una lista di ministri che promuoverà alcuni componenti dell’esecutivo – si parla di un salto di qualità per il siciliano Gianpiero D’Alia e per il renziano Graziano Delrio – mentre al contempo è intenzionato a chiedere a Renzi l’indicazione di uomini del suo entourage e nei corridoi del Nazareno si vociferano i nomi della componente della segreteria che si occupa di riforme, Maria Elena Boschi, del coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini e di Ernesto Carbone, già nello staff del ministro Catania durante il governo Monti.
Intanto lo showdown in programma per il 20 di febbraio con una direzione Pd interamente dedicata al tema del rimpasto di governo o della sua tenuta, è stato anticipato a giovedì 13 e Renzi dice sicuro: “Giovedì, nelle forme che decideremo con il presidente del consiglio, approfondiremo la discussione sul governo”. Parole appena pronunciate nel corso della riunione dei parlamentari democratici che dimostrano il senso della mediazione del capo dello Stato che sembra andare verso la direzione di un Letta bis. Renzi, comunque, per non farsi cogliere impreparato – neanche troppo sotterraneamente – ha avviato il giro di consultazioni fra gli alleati, dai Popolari per l’Italia a Scelta civica fino a Ncd, per sondare il terreno del sostegno in caso di una staffetta che lo porti a palazzo Chigi.