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Gelo tra la Svizzera e l’Unione Europea | Salvini: “Proporremo il referendum in Italia”

Il giorno dopo il referendum con cui la Svizzera ha deciso, con una votazione che ha diviso il paese, di limitare il flusso di lavoratori immigrati, una scia di polemiche e di preoccupazione ha caratterizzato le reazioni del mondo politico e del lavoro.

Per Emma Bonino “è molto molto preoccupante sia per quanto riguarda l’Italia, sia per gli altri accordi con l’Unione europea”. Per questo, ha riferito il ministro degli Esteri prima dell’inizio del Consiglio Ue, è stato deciso di discuterne “in un punto aggiuntivo” nella riunione fra i 28 ministri degli Esteri dell’Unione europea, in corso a Bruxelles.

“L’Ue esaminerà le implicazioni sull’insieme delle nostre relazioni tra Ue e Svizzera” ha detto oggi la portavoce della Commissione Ue Pia Hansen. “Certo questo voto non è di buon auspicio per l’avvio dei negoziati per un accordo istituzionale che regolamenti le relazioni tra Ue e Svizzera” ha precisato la portavoce durante il punto stampa quotidiano dell’Esecutivo Ue a Bruxelles.

Da parte dell’Unione Europea la prima conseguenza dopo il voto potrebbe vedersi già mercoledì, giorno in cui è fissata la firma dell’accordo istituzionale Ue-Svizzera: “Non parte sotto buoni auspici”, ha detto oggi la portavoce del presidente della Commissione Ue.

Il presidente del Parlamento europeo, il socialdemocratico Martin Schulz, ha espresso rammarico: “Il governo svizzero dovrà ora capire che conclusioni trarre e se è possibile rendere la sua decisione compatibile con i suoi impegni internazionali, in particolare con i suoi accordi con l’Ue”, ha detto, aggiungendo che l’Unione europea “onorerà i suoi impegni con la Svizzera e si aspetta che i suoi partner facciano lo stesso”, ha concluso Schulz, ricordando che “la Svizzera resta un partner chiave per l’Ue”.

Tanti sono i lavoratori che saranno coinvolti da questa decisione. Secondo gli ultimi dati ufficiali – disponibili su OsserVa, portale statistico della Camera di Commercio di Varese – i varesini che dalla zona di confine giornalmente si spostano nel Canton Ticino per lavoro hanno superato quota 23mila, con una prevalenza della componente maschile (circa 14mila) su quella femminile. Si tratta del numero più alto tra i frontalieri italiani in Canton Ticino (42,3%), seguiti dai comaschi (40%) e, più distanti, dagli abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (9,1%).

Nel Verbano-Cusio-Ossola (Vco) sono soprattutto i frontalieri assunti con contratto di lavoro interinale, circa 700 persone, soprattutto giovani ed ex-disoccupati, a rischiare di venire maggiormente discriminati dal referendum della Svizzera che contingenta i flussi di lavoratori stranieri. A fine 2013 i frontalieri residenti nel Vco erano oltre 5.700, di cui circa 5mila lavoravano nel Canton Ticino e circa un migliaio nel Canton Vallese.

Il portavoce del cancelliere tedesca Angela Merkel, Steffen Seibert, ha dichiarato che il risultato “solleva notevoli problemi”. La preoccupazione del governo tedesco va soprattutto in direzione dell’avvio dei negoziati per un accordo istituzionale per le relazioni tra Ue e Svizzera. “Il nostro interesse – ha detto Seibert – è quello di portare avanti delle relazioni il più corrette possibile con Berna”.

Preoccupazione anche da parte della Gran Bretagna. Per il portavoce di David Cameron ora l’Unione europea e la Svizzera si dovranno ora mettere al tavolo e discutere. “È questo il motivo – ha aggiunto – perché Cameron ha iniziato a sollevare la questione tra i suoi ministri e anche con le sue controparti in Ue”. In Gran Bretagna la notizia delle quote per l’immigrazione favorite dagli svizzeri ha trovato una porta aperta nel partito indipendentista Ukip: “È una notizia meravigliosa – ha affermato il leader del partito Nigel Farage – sia per la sovranità nazionale che per gli amanti della libertà di tutta Europa”.

“Spero che la commissione Europea in questa occasione reagisca positivamente” facendo rispettare “i principi che riguardano l’Europa e quindi il diritto alla mobilità delle persone, la cittadinanza e l’accoglienza come punti fondamentali di riferimento”. L’auspicio è del leader della Cgil Susanna Camusso, che ha commentato l’esito del referendum di ieri in Svizzera, che di fatto mette un tetto all’ingresso degli immigrati e crea problemi per i frontalieri. “Una delle cose che preoccupano di più – ha osservato Camusso – è il dato del Canton Ticino, cioè della zona in cui è più alto il livello del lavoro frontaliero degli italiani. Da quel risultato sembra che la presenza dei lavoratori stranieri sia un elemento di indebolimento della condizione dei lavoratori svizzeri, l’opposto in realtà di quello che si dovrebbe fare e cioè costruire una grande solidarietà e delle regole comuni, per i lavoratori di un paese e per i lavoratori che vengono”.

Di parere completamento opposto sono gli esponenti della Lega Nord. “I cittadini hanno sempre ragione – ha commentato il segretario nazionale Matteo Salvini -. Gli svizzeri difendono gli interessi svizzeri e fanno bene; come la Francia espelle i rom, gli inglesi fanno pagare la sanità agli stranieri, l’Australia allontana i barconi. Tutto il mondo difende la propria gente, chiude le porte, tranne l’Italia, mi sembra un suicidio”.

“Viva la Svizzera che democraticamente ha fatto un referendum, lo proporremo anche noi in Italia”, ha aggiunto. Per quanto riguarda i frontalieri, ha continuato “li seguiamo da anni e li accompagneremo uno per uno, perché il loro problema è Roma che sta cercando di fottere loro i soldi: verificheremo che i loro contributi non finiscano nel calderone dell’Inps”.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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