“Non ho molestato Dylan. Spero che un giorno capisca che sua madre l’ha privata della possibilità di avere un padre che l’amava e che è stata sfruttata”. Woody Allen passa al contrattacco. Il regista statunitense non ci sta alle accuse della figlia, che aveva denunciato alla pubblica piazza di molestie subite quando aveva sette anni.
Così, Allen, ha affidato al New York Times una lettera in cui risponde colpo su colpo alle accuse della figlia ora ventunenne, plagiata, a detta del settantatreenne, dalla madre, nonché ex moglie di Allen, Mia Farrow. Una donna “più interessata alla sua rabbia che al benessere della figlia”, come lo stesso regista ha scritto.
“Eravamo alle prese con una separazione terribilmente turbolenta – continua la missiva al noto quotidiano della Grande mela – All’epoca mi sottoposi anche al test della macchina della verità, superandolo, mentre lei si rifiutò di farlo”. E sulle voci relative all’altro figlio della coppia, Ronan, che, secondo Mia Farrow, sarebbe in realtà figlio di Frank Sinatra: “Sì, somiglia a Sinatra. Ma se è così, cosa significa? Che durante la battaglia sull’affidamento, lei ha mentito sotto giuramento affermando che Ronan era figlio nostro? Anche se non è di Frank, la sua possibilità solleva il dubbio che andasse a letto con Sinatra mentre stavamo assieme. Senza parlare di quel che ho pagato in alimenti. Mantenevo il figlio di Frank?”