La Svizzera si avvia a limitare nuovamente l’ingresso di immigrati nel Paese. La maggioranza degli elettori ha detto sì alle quote per l’immigrazione ma queste votazioni hanno spaccato il Paese a metà, lasciando in bilico i risultati fino all’ultima scheda.
Il referendum “contro l’immigrazione di massa” è stato approvato con un ristrettissimo margine, il 50,3% dei voti: appena 19mila i voti di scarto. Proposto dal partito nazionalista “Unione democratica di centro” (Udc), il referendum prevede di fissare un tetto massimo di stranieri che possano entrare ogni anno sul suo territorio.
Il referendum impone al governo svizzero di rinegoziare entro tre anni i trattati internazionali sulla circolazione degli stranieri nel paese. Colpiti in modo particolare gli italiani che lavorano in Canton Ticino: si tratta di circa 60 mila persone per le quali potrebbe scattare il numero chiuso. Obiettivo del referendum è infatti che sul lavoro venga data precedenza ai cittadini elvetici e che, solo in caso di necessità, si possa ricorrere all’assunzione di stranieri.
Adesso la Svizzera dovrà ridiscutere con l’Unione Europea. Benché il paese non faccia parte degli stati membri ha firmato diversi accordi di cooperazione bilaterale con Bruxelles, compreso uno che garantisce ai cittadini dell’Ue di vivere e lavorare in Svizzera, e ai cittadini svizzeri di fare lo stesso nei Paesi europei.
Intanto la Commissione europea “si rammarica del fatto che sia stata approvata un’iniziativa per l’introduzione di limiti quantitativi all’immigrazione”. Così Bruxelles ha commentato l’esito del referendum in Svizzera sulle limitazioni all’immigrazione, sottolineando che “va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l’Ue e la Svizzera”. La Commissione, prosegue il comunicato, “esaminerà nel suo complesso le implicazioni di questa iniziativa sulle relazioni con la Svizzera”.
Soddisfatto per l’esito del referendum è il birtannico Nigel Farage, leader del partito nazionalista ed euroscettico Ukip. Per Farage si è trattato di un voto “saggio” ed ha auspicato che incoraggi altri Paesi a seguire l’esempio della Confederazione elvetica, che si è difesa cosi’ dal “bullismo” di Bruxelles. Per Farage l’accesso regolamentato degli immigrati, il programma con cui si presenterà alle europee di maggio e grazie al quale è dato al secondo posto, “non è una questione di razza ma di spazio”. Il risultato “è una notizia meravigliosa per la sovranità nazionale e per gli amanti della libertà in tutta l’Europa”, ha concluso.
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Tutti con Farage quindi, e con tutte le forze.