Anche Niscemi (Cl), cittadina nissena di quasi trentamila abitanti da oggi ha la sua associazione antiracket. La presiede Giuseppe Reina, un commerciante di materiali per l’edilizia. La cerimonia di inaugurazione è avvenuta, nel pomeriggio, con la partecipazione del sindaco, Francesco La Rosa, del presidente del tribunale di Gela, Alberto leone, del procuratore della Repubblica, Lucia Lotti, del commissario nazionale antiracket, Elisabetta Belgiorno, del presidente titolare della Fai, Pippo Scandurra, e di quello onorario, Tano Grasso.
Tra i promotori dell’associazione, che già registra l’adesione di 16 imprenditori e commercianti, spicca la presenza e il ruolo di un sacerdote, don Giuseppe Cafà, gelese, parroco della chiesa del “sacro cuore”. “Essere vicini alla gente che soffre e che combatte per il lavoro, per la legalità, per la tutela della dignità umana – ha detto don Cafà – fa parte della missione della chiesa e del dovere morale di ogni buon cristiano. Non possiamo stare a guardare mentre altri si battono contro il crimine. Come dice Papa Francesco, dobbiamo impegnarci in prima persona e, da buoni pastori, sporcarci le mani, puzzare di pecore. Dobbiamo trasmettere valori nuovi ai giovani, aiutare commercianti e imprenditori oppressi dal pizzo perché Niscemi, come Gela, è chiamata a voltare e a vivere una nuova vita”. Alla nascita dell’associazione antiracket di Niscemi ha contribuito in maniera determinante l’omologa associazione di Gela che vanta l’adesione di 150 soci e di altrettante denunce che hanno portato magistratura e forze dell’ordine a eseguire centinaia di arresti, con processi e condanne definitive.