Beppe Grillo è indagato dalla Procura di Genova per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi”. Ad aprire il fascicolo è stata la procura genovese dopo l’esposto del parlamentare, e coordinatore dei giovani del Pd, Fausto Raciti che ha condannato una lettera aperta firmata dal leader del Movimento 5 stelle in cui chiedeva alle forze dell’ordine di non schierarsi a protezione della classe politica.
Secondo Fausto Raciti la lettera sarebbe un’istigazione alla disobbedienza e quindi un reato. La lettera risale al 10 dicembre scorso dopo la manifestazione del movimento dei Forconi a Torino. “Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco – scrisse Grillo – si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. È stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. E ancora: “Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà”.
La lettera era indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell’Esercito Italiano. Raciti ha denunciato Grillo ai carabinieri di Roma, l’esposto è stato poi trasferito alla procura della Capitale e quindi indirizzato a Genova.
Il reato contestato a Grillo, l’articolo 266 Cp, prevede pene da 1 a 3 anni e se commesso in pubblico pene da 2 a 5 anni.