“C’è una Sicilia che cresce, che vuole cambiare e sta innovando ed è uguale alle altre parti del Paese. Poi c’è un blocco prevalentemente politico che guarda al passato e non al futuro”. Lo ha detto il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello a margine dell’incontro ‘L’Italia riparte da sud‘ organizzato da Piccola industria di Confindustria. “Per questo bisogna cambiare e parlo rapidamente – ha aggiunto Lo Bello – le vicende degli ultimi mesi, come la formazione professionale ed altri scandali, non sono state positive. C’è la necessità di guardare al futuro e tornare ad avere regole e legalità molto forti. Lo dico senza pregiudizio. Occorre cambiare rapidamente il modello messo in campo negli ultimi 20-30 anni”. Secondo il vice presidente di Confindustria “il motore centrale del rilancio del sud è la produzione”.
Secondo il vice presidente di Confindustria “il motore centrale del rilancio del sud è la produzione. Finora abbiamo distribuito risorse – ha osservato Lo Bello – che non hai prodotto o creato ma accumulato debiti. In tutti i paesi che crescono si produce qualcosa: un bene o un servizio imprenditoriale, manifatturiero, turistico. Se pensiamo di distribuire risorse sempre più scarse – ha chiosato Lo Bello – significa condannarci alla marginalità”.
“L’Italia sta ripartendo. Lentamente ma sta ripartendo. Riteniamo che possa avere finalmente il segno più nella vicenda economica e non il segno meno che ha caratterizzato il Paese dal 2007 a oggi”. Lo ha detto il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello a margine del convegno ‘l’Italia parte dal sud’ organizzato da Piccola industria di Confindustria a Ragusa.
“L’Italia ce la fa – ha aggiunto lo Bello – comincia a cambiare nel Paese, dal punto di vista politico ed economico. Sono preoccupato per il sud e la Sicilia, che secondo le migliori stime anche quest’anno avrà il negativo, e questo rischia allontanarci di più dal resto Paese”. “Credo ci voglia – ha osservato Lo Bello – uno sforzo ancora più forte. Dobbiamo continuare a scardinare il sistema clientelare e assistenziale che è ancora la ragione per cui la Sicilia non cresce da tanti anni e per cui siamo preoccupati per il futuro della nostra terra”.
“La finanziaria della Regione Siciliana? Speriamo che la soluzione si possa trovare: sembra che Roma stia trovando una soluzione, ma la questione non è tappare i buchi ma costruire una crescita duratura nel tempo: ciò dipende dal Governo, e non solo da quello regionale, e dall’opinione pubblica”.Così conclude il suo intervento con un appunto alla finanziaria del governo Crocetta.
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