“La finanziaria regionale è stata ingiustamente falcidiata, come ha dimostrato il tavolo romano” con il governo nazionale, dove “i nostri conti sono risultati migliori di quelli di altre Regioni”. Ha affermato il governatore a margine di un incontro di Confindustria a Ragusa, denunciando “un oggettivo tentativo di massacro della Sicilia”. “L’equivoco con il commissario dello Stato – ha spiegato Crocetta – è stato dettato dal fatto che noi dovessimo con una sola finanziaria coprire i buchi che sono stati prodotti da anni di malgoverno. Roma le ‘botte’ non ce le ha date e ha riconosciuto che noi abbiamo fatto bene”.
Crocetta ha sottolineato di “non amare le teorie dei complotti e la dietrologia”. “Non ho attaccato il commissario dello Stato per le sue scelte – ha aggiunto – ma ho denunciato gli effetti di quelle scelte. Credo che il commissario abbia applicato per la prima volta una legge del 2009: questo è un mistero, e io non voglio giudicare le azioni degli altri. Io – ha aggiunto Crocetta – ritengo necessaria una collaborazione tra organi istituzionali diversi, altrimenti la Sicilia viene massacrata, occorre una camera di compensazione, un secondo grado di giudizio, rispetto ad un vulnus istituzionale che c’è”.
“Mi sono trovato sciacalli che cercavano la sconfitta della Sicilia a Roma, con il licenziamento di decine di migliaia di persone soltanto perché questo avrebbe significato la sconfitta di Crocetta”. Ha continuato il governatore. “Mi sono sentito assediato rispetto all’aver aperto tre miliardi di tagli in due finanziarie – ha aggiunto Crocetta -, licenziato mafiosi, aver avviato una battaglia alla corruzione senza precedenti, avere speso finalmente i fondi europei che non si spendevano mai, avere avviato una profonda politica di risanamento. E invece di trovare solidarietà nella difesa della Sicilia, ho trovato sciacalli che cercavano la sconfitta della Regione e Roma per sconfiggere me. Gli sciacalli – ha spiegato Crocetta – sono stati quelli che non hanno capito che si giocava una partita che aveva a cuore l’interesse dei siciliani e della Sicilia, e hanno preferito pensare all’attacco politico a Crocetta invece di unire tutti i siciliani in difesa dei nostri diritti”.
“Il partito democratico a livello nazionale mi è stato molto vicino, ma avrei voluto una politica siciliana più vicina di fronte al dramma di decine di migliaia di famiglie che rischiavano il lavoro e il pane, ma la politica ha preferito accusare me di colpe che non ho perché dipendono dal passato”. Ha concluso Crocetta sui rapporti della maggioranza del suo governo. “Non mi pare che il Pd in questi giorni – ha aggiunto il governatore – abbia chiesto un rimpasto in giunta, né l’ha chiesto alcuno perché quando la casa brucia bisogna spegnere i fuochi. Adesso i fuochi sono spenti, ma pensiamo a riparare immediatamente le cose. La Sicilia deve diventare una regione virtuosa, nessuno pensi – ha concluso Crocetta – che debba essere l’isola dei privilegi che hanno distrutto e portato alla situazione economica e finanziaria di oggi”.
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