Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato, a maggioranza, un ordine del giorno su un parere del Cga, che potrebbe consentire la sanatoria di immobili in aree vincolate.
L’ok di Sala delle Lapidi potrebbe aprire una maglia, dando la possibilità all’amministrazione comunale di prendere in considerazione la pronuncia del Cga, al condono di nuove costruzioni o interventi di ristrutturazione in aree sottoposte a vicoli ambientali, paesaggistici e idrogeologici.
Sono circa 60 mila le istanze di sanatoria a Palermo, 700 mila in tutta la Sicilia. Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle aveva denunciato che l’odg nascondeva una sanatoria e annunciato di aver già pronto un ddl da portare in un aula per fermare i condoni in Sicilia.
Duro il presidente della commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, Giampiero Trizzino (M5S): “Con atti del genere si incentiva l’abuso e l’illegalità, temevamo che il consiglio comunale di Palermo approvasse l’odg su un parere del Cga, che rischia di rimettere in corsa gran parte delle decine di migliaia di pratiche di sanatoria per abusi commessi nel capoluogo”. Per Trizzino, il sindaco di Palermo e neopresidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando “ha fatto orecchie da mercante”.
Sulla stessa linea il consigliere comunale del Mov139 Nadia Spallitta. “L’ordine del giorno – dice Spallitta – votato dal Consiglio comunale contrasta con principi affermati dalla Corte costituzionale e recepiti dalla stessa Regione siciliana, in virtù dei quali in materia di sanatoria e abusi edilizi devono applicarsi all’intero territorio nazionale le stesse regole”. “Ritengo grave che argomenti così delicati e complessi possano essere trattati – prosegue – da soggetti incompetenti in materia, in pochi minuti, senza dibattito senza il parere di uffici, senza una verifica della portata e degli effetti devastanti per il nostro territorio. Si tratta di una scelta politica aberrante, cieca e insensibile. Auspico che il sindaco prenda le distanze da questo anomalo, irrituale e inammissibile provvedimento, che non ha nessuna valenza giuridica, e tuteli, con scelte di rigorosa osservanza della legge nazionale, il territorio cittadino dando l’esempio, anche agli altri comuni siciliani”.
“La sanatoria amministrativa di illeciti commessi su aree vincolate – conclude – non escluderebbe il reato, con la conseguenza aberrante, che il cittadino verserebbe gli oneri concessori del condono, per poi vedersi, in sede penale, condannato alla demolizione dell’obera abusiva, perché tale rimane il manufatto per il giudice penale, che non applicherebbe certo un ordine del giorno del Consiglio comunale ma come ovvio la legge nazionale”.