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Omicidio Meredith, il giorno della sentenza | Sollecito in aula, la Knox negli Stati Uniti

Sono passati più di 6 anni dal giorno in cui Meredith Kercher venne trovata senza vita nel suo appartamento di via della Pergola a Perugia. E oggi è il giorno della sentenza: a Firenze verrà dato un verdetto sull’omicidio della studentessa inglese. I due imputati sono Amanda Knox, allora coinquilina di Mez, e Raffaele Sollecito, il fidanzato pugliese. Per loro l’accusa ha chiesto 30 e 26 anni di carcere.

Sollecito rischia di essere arrestato in aula, dove sarà presente oggi accompagnato dal papà Francesco, da sempre accanto al figlio, e dal legale Giulia Bongiorno. La Knox invece è negli Stati Uniti: a difenderla Luciano Ghirga.

La Bongiorno ha deciso di separare le difese dei due: sul capo di Amanda infatti pende una condanna certa, quella di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, gestore del bar in cui lei lavorava come pr, accusato nelle prime ore successive al delitto di avere ucciso Meredith.

Un condannato, in via definitiva, c’è: si tratta di Rudy Guede, l’ivoriano ha ottenuto una condanna con processo per rito abbreviato, per concorso con Raffaele e Amanda. Le sue impronte sono state trovate nel cuscino insanguinato nella stanza di Meredith, le tracce biologiche nel bagno della casa e un’impronta sul pavimento.

Il sostituto procuratore di Firenze Alessandro Crini nella sua arringa finale ha cambiato le carte in tavola, esponendo un “nuovo” movente: l’omicidio non sarebbe avvenuto per un gioco erotico finito male, ma per una lite tra Meredith e Amanda sulla pulizia della casa. Alla fine di un percorso giudiziario infinito, l’arringa del pm lascia un po’ tutti a bocca aperta.

In caso di condanna la Procura ha chiesto che vengano disposte le misure cautelari per i due fino a quando la sentenza non diventerà definitiva. Per Sollecito c’è il rischio dell’arresto immediato ma potrebbe anche arrivare un divieto di espatrio. Per la Knox la situazione è diversa: qui entrano in gioco i trattati tra Stati Uniti e Italia e l’iter potrebbe essere più lungo.

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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