Ddl Province, c’è il sì della Commissione Affari istituzionali | Via libera ai Consorzi di Comuni

di Redazione

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Ddl Province, c’è il sì della Commissione Affari istituzionali | Via libera ai Consorzi di Comuni

| giovedì 30 Gennaio 2014 - 15:02

La Commissione Affari istituzionali si è espressa. Il disegno di legge che istituisce i Liberi consirzi di Comuni al posto delle Province è stato approvato. Dieci i voti a favore, quattro i contrari.

La Commissione, presieduta da Antonello Cracolici, aveva già ieri espresso il suo parere in merito al Dl. Ancora una volta, come fu per la Finanziaria, la palla passa al Commissario dello Stato, che dovrà pronunciarsi perché il disegno possa trasformarsi in norma effettiva.

Antonello Cracolici (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars: “Ora non ci sono più alibi, l’Ars è chiamata a discutere in Aula la riforma delle Province: serve un confronto alla luce del sole, senza rinvii né tatticismi”.

“Questa riforma – aggiunge Cracolici – è il primo tassello del riordino del sistema della Pubblica Amministrazione siciliana, che deve passare anche attraverso il decentramento di compiti dalla Regione ai Consorzi e alle Città Metropolitane, prevedendo funzioni distinte e autonome fra questi due enti, anche in relazione ai comuni che vi aderiscono”.

Totò Cordaro, presidente del gruppo Pid Cantiere popolare-Grande Sud: “Il disegno di legge sulle province, approvato in prima Commissione, nonostante i reiterati tentativi di sintesi svolti dal presidente Cracolici, è una sorta di inaccettabile marmellata parlamentare. L’impianto complessivo che ne viene fuori – e che è il frutto della commistione di ben 19 disegni di legge, di cui ben cinque a firma Crocetta – trova la sua ratio nella necessità di amalgamare a tutti i costi e in fretta e furia varie ipotesi di riforma, spesso in contrasto tra loro. Al legittimo disorientamento manifestato dagli amministratori degli enti locali, si aggiunge la preoccupazione manifestata da esperti e da politici di ogni schieramento su un disegno di riforma privo di criteri e che non delinea in modo chiaro funzioni e competenze delle città metropolitane e dei liberi consorzi di Comuni”.

 

 

 

 

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