Dopo oltre due anni dall’inizio della vertenza Aps non ci sono risposte concrete da parte delle istituzioni a tutti i livelli e c’è il rischio che venga interrotto il servizio idrico in 52 comuni del palermitano. La denuncia parte direttamente dei sindacati riuniti in assemblea a Palermo. Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno indetto una conferenza stampa per discutere del problema, sempre più pressante, di Acque potabili siciliane. Presenti all’incontro anche diversi sindaci del Palermitano tra i quali anche il sindaco di San Mauro Castelverde, Mario Azzolini e il primo cittadino di Camporeale Nino Cacioppo. Da 48 ore i lavoratori hanno occupato la sede di via La Malfa per scongiurare la perdita del posto di lavoro.
Fallito il tentativo di affidare il servizio all’Amap, che si era resa disponibile a prendersi in carico la rete in via transitoria e all’Eas, gli enti locali si trovano in un vicolo cieco. Non solo viene vietato loro di gestire direttamente la distribuzione dell’acqua in mancano le risorse economiche per gestire il servizio. Non si tratta solo di garantire il servizio a circa 500 mila utenze ma anche della gestione del sistema fognario e di depurazione. Senza contare che esiste il rischio concreto di “una privatizzazione selvaggia” come afferma anche Francesco Lannino della Cgil.
L’esercizio provvisorio è scaduto ieri anche se in atto c’è una proroga “tecnica” fino al 14 febbraio, se non dovessero essere presi ulteriori provvedimenti 206 lavoratori Aps già da domani potrebbero restare senza lavoro: i sindacati chiedono quindi soluzioni concrete e immediatamente spendibili a tutela di cittadini e lavoratori.
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